La scorsa primavera aveva suscitato preoccupazione la notizia di un aumento anomalo dei casi, in Europa, di una rara malattia vascolare pediatrica, la sindrome di Kawasaki, un'infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni apparentemente associata alle complicanze della covid nei bambini.
Ora uno studio dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma con il Karolinska Institutet di Stoccolma chiarisce che la misteriosa malattia non era la sindrome di Kawasaki ma una patologia del tutto nuova, con manifestazioni simili. La nuova patologia pediatrica è stata ribattezzata MIS-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children): rimane una circostanza rara, ma conoscerne le caratteristiche aiuterà a diagnosticarla in modo tempestivo e a curarla in modo adeguato. Lo studio è liberamente disponibile su Cell.
Caratteristiche diverse. Fortunamente i bambini tendono a contrarre la CoViD-19 in forma asintomatica o poco grave, anche a fronte di un'elevata carica virale; in alcuni casi, però, possono sviluppare una vasculite, un'infiammazione dei vasi sanguigni che comporta problemi cardiaci, disturbi intestinali e un aumento sistemico dello stato infiammatorio. Questi stessi sintomi sono tipici della sindrome di Kawasaki, una risposta infiammatoria anomala alle infezioni virali o da altri patogeni che si scatena, per cause ignote, in alcuni bambini geneticamente predisposti: ecco perché ad aprile 2020, l'aumento dei casi di infiammazioni multisistemiche, cioè a carico di più organi, aveva subito fatto pensare alla malattia di Kawasaki.
Nello studio "CACTUS - Immunological studies in children affected by COVID and acute diseases" i ricercatori hanno seguito da vicino 101 bambini, di cui 13 con CoViD-19 che avevano sviluppato la forma multisistemica infiammatoria, 41 con covid ma senza complicanze, 28 con malattia di Kawasaki insorta in epoca pre-covid e 19 sani. Le due sindromi infiammatorie - Kawasaki e MIS-C - hanno mostrato punti di contatto e differenze. In entrambe si registravano livelli alterati di citochine - le proteine che regolano i meccanismi difensivi dell'organismo e che, se prodotte in maniera massiccia, possono danneggiare i tessuti. I mediatori immunitari coinvolti però non erano gli stessi: per esempio, un tipo di citochina (l'interleuchina 17a, IL-17a) risultava particolarmente aumentata nei bambini con malattia di Kawasaki ma non in quelli con MIS-C.
Meccanismi autoimmuni. Nei piccoli pazienti con MIS-C (ma non in quelli con sindrome di Kawasaki) si sono trovate grandi quantità di auto-anticorpi - ossia anticorpi diretti verso il bersaglio sbagliato, che attaccano porzioni di tessuto cardiaco e possono determinare il danno al cuore e ai vasi sanguigni tipico di questa vasculite.
Inoltre, i bambini colpiti da CoViD-19 mostravano un'alterazione immunitaria in un particolare tipo di linfociti T (un sottotipo di globuli bianchi) che era alla base della produzione di auto-anticorpi. Questa alterazione era assente nei bambini con sindrome di Kawasaki.
Ricadute immediate. Le terapie contro questo tipo di malattia multisistemica esistono: secondo gli autori dello studio la MIS-C si può trattare con immunoglobuline (molecole dall'attività anticorpale) ad alte dosi per limitare i danni procurati dagli auto-anticorpi, con un farmaco ad azione immunosoppressiva, l'anakinra, e con il cortisone per bloccare l'infiammazione che danneggia i vasi. Lo studio permetterà di mettere a punto test specifici per una diagnosi precoce della patologia. Monitorare i linfociti T e il tipo di anticorpi sviluppati dai bambini con covid aiuterà a contrastare eventuali complicazioni sul nascere.