Salute

Ora non ci sono più dubbi: la covid è nata nel mercato di Wuhan

Due nuovi studi riportano prove schiaccianti che legano le origini della covid al mercato di animali vivi di Wuhan, sede di un doppio salto di specie.

La pandemia di covid ha avuto quasi certamente origine nel mercato di animali vivi di Wuhan. Due nuovi studi pubblicati su Science identificano oltre ogni ragionevole dubbio lo "Huanan seafood market" come primo epicentro di diffusione della CoViD-19, nonché come luogo dove il coronavirus SARS-CoV-2 avrebbe effettuato il passaggio di specie dagli animali all'uomo. Le ricerche, che erano state caricate in prepubblicazione a febbraio e che da allora sono state revisionate e arricchite con nuovi contributi, sono destinate a mettere definitivamente nel cassetto le speculazioni sulla cosiddetta ipotesi del laboratorio.

Le bancarelle incriminate. Il primo studio, condotto da 18 scienziati da tutto il mondo e coordinato da Michael Worobey, esperto di evoluzione virale dell'Università dell'Arizona, ha passato al setaccio i luoghi dei primi casi di covid documentati, nonché i campioni prelevati dalle superfici di vari banchi del mercato di Wuhan.

Secondo gli autori del lavoro, gli animali vivi venduti nella parte sudoccidentale dello Huanan seafood market sono la fonte più probabile dei primi contagi, i vettori che hanno trasferito il virus contratto dai pipistrelli all'uomo. In questa parte del mercato si vendevano, ammassati e tenuti in gabbie contigue, volpi rosse, cani procioni, tassi e altri mammiferi suscettibili al SARS-CoV-2.

Cerchi concentrici. Gli scienziati sono risaliti ai luoghi di residenza e di lavoro di 155 persone tra le 174 contagiate dalla covid a dicembre 2019: la maggior parte di esse viveva all'epoca vicino alla sponda occidentale del fiume Yangtze, dove si sviluppa il mercato. Il 66% dei primi pazienti ricoverati per covid nella città prima di gennaio 2020 aveva avuto un'esposizione diretta allo Huanan seafood market, perché ci lavorava o lo aveva frequentato; ma il dato più interessante è che la maggior parte degli altri contagiati, che non aveva messo piede al mercato in quel periodo, è risultata però abitare vicino ad esso.

«Il fatto che una porzione sostanziale dei primi casi non avesse collegamenti epidemiologici noti con il mercato era stata usata in passato come argomento contro la teoria che lo vedeva come epicentro» scrivono i ricercatori. «Tuttavia, questo gruppo di casi risiedeva assai più vicino al mercato di coloro che vi lavoravano, e ciò indica che sono stati esposti al virus al mercato o vicino ad esso». Questa teoria è anche supportata dal fatto che nella fase immediatamente successiva della diffusione del virus, tra gennaio e febbraio 2020, con il virus ormai fuggito dai recinti, il grosso dei casi si osserva nelle aree più densamente popolate della città.

Le tracce del virus. Escluso anche il fatto che il primo cluster di casi si sia trovato al mercato perché "è lì che lo si è andato a cercare", come in precedenza sostenuto da alcuni. Tutti i pazienti considerati sono stati classificati come casi covid perché ricoverati in ospedale: nessuno è andato nella zona del mercato a cercarli porta a porta.

Il team è poi passato ad analizzare i campioni di materiale virale prelevati dalle autorità cinesi sulle superfici del mercato dopo la chiusura: quelli risultati positivi al SARS-CoV-2 erano concentrati nella zona sudovest del mercato, dove venivano venduti mammiferi che possono veicolare coronavirus. Non a caso, le stesse bancarelle frequentate dalle persone contagiate.

Spillover multipli. Il secondo lavoro, che ha visto coinvolti anche gli scienziati delle Università della California a San Diego e Los Angeles, conferma un'ipotesi già avanzata in passato, quella che il virus sia saltato dagli animali all'uomo in più di un'occasione. Usando una tecnica che ricostruisce l'albero genealogico del patogeno studiando le piccole differenze nel suo codice genetico, i ricercatori hanno ribadito che inizialmente il SARS-CoV-2 è circolato in due ceppi riconducibili ad almeno due salti di specie separati dagli animali all'uomo.

Queste infezioni sarebbero avvenute sempre al mercato di Wuhan tra novembre e dicembre 2019. Nello stesso periodo ci sarebbero stati molti altri tentativi di passaggio alla nostra specie da parte del virus, che però non si sono concretizzati in casi di covid conclamata.

2 agosto 2022 Elisabetta Intini
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