Anche quest’anno sta per arrivare nel nostro continente l’influenza. Secondo l’ OMS si presenterà in una forma nuova per la quale non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi. Anche se sarà più facile esserne contagiati non sarà più grave o pericolosa del solito. (Alessandro Bolla, 10 ottobre 2008)
Cattiva, cattivissima, anzi feroce: sull’influenza in arrivo nei prossimi mesi si è detto (e scritto) di tutto. Spesso anche a sproposito. Ma sarà davvero così aggressiva? E cos’ha di diverso da tutte le altre influenze circolate fino ad oggi?
Abbiamo chiesto a Giuseppe Gerna, Direttore del Servizio di virologia della Fondazione IRCCS San Matteo di Pavia, di aiutarci a fare un po’ di chiarezza su questo argomento.
Cerchiamo intanto di capire cos’è l’influenza e come si diffonde. «L’influenza è un virus che attacca le vie respiratorie e che può dare sintomi come mal di testa e dolori articolari (le famose ossa rotte) a seguito di un’azione di tipo infiammatorio», spiega Gerna a Focus.it. Il virus si diffonde attraverso le vie aree e il contagio avviene per inalazione.
Tutta questione di ceppi
Ma perché l’organismo umano è così esposto all’attacco del virus influenzale? E perché, a seconda degli anni, la malattia si presenta in forma più o meno aggressiva?
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Panico? No, Grazie.
«Questo non significa che la malattia sarà più grave o pericolosa rispetto agli anni passati» spiega Gerna, «ma solo che il contagio interesserà un numero più elevato di persone. I sintomi saranno sempre gli stessi: disturbi alle vie respiratorie, dolori articolari, febbre. Niente che, salvo complicazioni, possa impensierire più del necessario un adulto sano. Maggiori cautele vanno invece prese per proteggere le categorie a rischio come anziani e immunodepressi, per i quali è consigliabile ricorrere alla vaccinazione».
Più virus per tutti
E quest’anno, a dare man forte al nuovo virus di tipo B, ci sarà anche un nuovo virus di tipo A. E stato isolato per la prima volta a Brisbane, in Australia, circa un anno fa e si presenterà in due varianti. Non è mai circolato prima e questo fa pensare a una sua possibile massiccia diffusione.
Questi virus, le due varianti dell’australiano di tipo A e il B, che proviene dal Sud America, sono stati utilizzati per lo sviluppo del vaccino per la stagione 2008.
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