Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) - Naso insellato, presenza di un leggero gibbo, naso con la punta in basso, naso leggermente storto. Per questo tipo di difetto estetico arriva il 'ritocco senza bisturi': è la rinoplastica medica, vera e propria rivoluzione degli ultimi anni, di cui si discute al 36.esimo Congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica (Sime) al via oggi a Roma fino a domenica.
"Va subito detto che la rinoplastica medica ha dei limiti - precisa Emanuele Bartoletti, presidente della Sime e del congresso - non consente ad esempio di effettuare interventi riduttivi. Se invece il naso è di dimensioni corrette, ma è presente qualche difetto, gli aggiustamenti possono essere fatte semplicemente con dei filler a base di acido ialuronico o di idrossiapatite di calcio, le sostanze più utilizzate. I risultati si vedono immediatamente e si raggiungono man mano che si inietta il filler; quindi si può tranquillamente decidere con il paziente quando fermarsi".
Non si tratta di una vera e propria correzione, spiega l'esperto, ma di una sorta di 'camouflage': "Per correggere un gibbo - evidenzia - è necessario riempire sopra e sotto, non posso tagliarlo. L'acido ialuronico fatto sul naso dura tra l'altro tantissimo (anche un anno un anno e mezzo) perché è poco vascolarizzato e perché c'è meno movimento. Naturalmente, anche in questo caso è necessaria una buona conoscenza dell'anatomia e una buona esperienza. E si lavora in una zona potenzialmente pericolosa ed esposta a complicanze: iniettando una quantità eccessiva di filler, ad esempio, si corre il rischio di comprimere i vasi e di provocare una necrosi cutanea".
Ancora, per far sembrare una punta del naso un po' più proiettata verso l'alto, "basta allargare un po' l'angolo naso-labiale e la punta sembra rialzarsi. Si conferma la scarsa utilità della tossina botulinica per il sollevamento della punta, che qualcuno aveva proposto per il trattamento del muscolo mirtiforme o depressore del setto nasale (quello che quando ridiamo, 'tira' giù il naso)", conclude Bartoletti.