Un paziente dell'Illinois recentemente morto a causa di una non meglio specificata malattia polmonare è stato dichiarato prima vittima nota delle sigarette elettroniche (e-cig o altri dispositivi per svapo). Lo hanno reso noto venerdì 23 agosto le autorità sanitarie dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, che stanno monitorando altre 193 persone colpite dagli stessi sintomi dal 28 giugno ad oggi.
Soltanto nell'Illinois, il numero di persone ricoverate in ospedale per sintomi respiratori connessi all'attività dello svapare è raddoppiato nell'ultima settimana: si parla di almeno 22 pazienti di età compresa tra i 17 e i 38 anni, con sintomi come fiato corto o difficoltà respiratorie, tosse, dolore al petto, spossatezza e in alcuni casi vomito e diarrea.
Origine incerta. Non è chiaro se i malesseri riportati abbiano una sola e comune origine: secondo il personale medico i danni polmonari osservati, alcuni dei quali irreversibili, non dipenderebbero da virus o batteri. La causa è ancora sconosciuta, e l'unico elemento che accomuna i pazienti è la generica abitudine a svapare (non è chiaro se con le sigarette elettroniche o con altri dispositivi).
Molti, inclusi quelli in Illinois, hanno ammesso di aver svapato THC o tetraidrocannabinolo, il principale principio attivo della cannabis, ma non si capisce se all'origine dei sintomi vi siano derivati della cannabis, le sostanze contenute nelle miscele per le e-cig, gli stessi dispositivi elettronici o un qualche miscuglio fai-da-te inserito artigianalmente nelle cartucce e poi inalato.
I rappresentanti dei CDC non hanno svelato dettagli sul paziente deceduto, del quale si sa soltanto che era un adulto che aveva svapato di recente. In questa fase di grande incertezza sulle cause della morte, non è stato specificato quale sostanza avesse inalato.
Le ipotesi in campo. Una teoria non ancora provata è che i danni risultino da alcuni ingredienti potenzialmente tossici contenuti nei prodotti da svapare, come «particolato ultrasottile, alcuni metalli pesanti, come il piombo, e alcuni aromi» nelle parole di Brian King, vicedirettore delle ricerche dell'Ufficio su fumo e salute dei CDC.
Ma per ora nessun ingrediente specifico è stato collegato ai danni descritti (per un confronto onesto, vedi: 10 sostanze killer presenti nelle sigarette).
I sintomi osservati nei pazienti sono compatibili con lesioni da inalazione chimica, e sulla composizione dei liquidi per e-cig, la FDA americana non ha alcun controllo - ben poco si sa sulla sicurezza di ciò che viene inalato, sebbene questi prodotti siano ormai diffusi da una decina di anni.
Fuori controllo. Un'altra possibilità è che alcuni dei pazienti abbiano svuotato le cartucce del loro contenuto originale e le abbiano poi riempite di oli a base di THC e altre sostanze chimiche, creando miscele improvvisate.
Se fosse vero, si tratterebbe di un problema molto diverso e ben più inquietante: non più gli effetti a lungo termine dei vapori delle e-cig, sui quali si può discutere, ma l'assunzione non regolata di intrugli tagliati con sostanze dannose, accessibili grazie alle e-cig anche a un gran numero di adolescenti.
Insomma la questione è troppo complessa per essere liquidata con un "verdetto" certo, e si innesta su un quadro già problematico.
Da un lato, c'è il tema (discusso) dell'efficacia delle e-cig per smettere di fumare e il fatto che sono di norma meno tossiche delle sigarette tradizionali; dall'altro, la scarsità di informazioni sui loro effetti a lungo termine e la loro diffusione tra i giovanissimi (che svapando nicotina rischiano di divenirne dipendenti) hanno di recente spinto l'OMS a definirle dannose per la salute e bisognose di una regolamentazione.