Mentre 14 stati americani fanno i conti con nuovi casi di un'epidemia che si credeva scomparsa, quella di morbillo, un nuovo rapporto sull'immunizzazione al morbillo in Africa mostra che il continente sta facendo passi da gigante nella lotta a questa malattia.
sorpasso. Secondo il report 2015 Africa Survey della Good Governance Africa (GGA), 16 paesi africani tra cui Tanzania, Marocco, Libia, Mauritius, Eritrea, Gambia ed Egitto avrebbero raggiunto un livello di copertura dal morbillo vicino al 100% della popolazione, contro il 91% della percentuale di vaccinati negli USA e l'84% del Canada (anch'esso alle prese con il ritorno della malattia).
copertura di gruppo. Altri stati africani come Zimbabwe, Algeria, Kenya, Botswana e Lesotho avrebbero comunque percentuali di vaccinati contro questa infezione più alte rispetto agli Stati Uniti. Affinché sia raggiunta l'"immunità di branco" (herd immunity), una copertura tale da proteggere in parte anche gli individui non vaccinati, occorre che sia vaccinato il 95% della popolazione.
Vaccinazioni: sì, grazie. Il 90% delle persone affette da morbillo negli USA sono persone non vaccinate o il cui status di vaccinazione risulta ignoto. A influire sulla decisione di non vaccinare i figli in stati benestanti e sicuri come la California e il Canada c'è la bassa percezione del rischio, unita alla convenzione, non suffragata da prove scientifiche, che i vaccini possano provocare l'autismo.
drastico calo. Nel 2000, l'OMS riferiva che il 60% delle 777 mila morti mondiali di morbillo avveniva nell'Africa subsahariana. Il miglioramento delle comunicazioni, la mobilità sociale, campagne di prevenzione e di educazione hanno fatto abbassare la mortalità per morbillo del 91% entro il 2007. Una dimostrazione del successo delle campagne di vaccinazione nella prevenzione dalle malattie infettive.
Nonostante i progressi, complici i fragili sistemi sanitari di molte nazioni africane (come abbiamo visto durante l'epidemia di Ebola) le morti per morbillo in Africa rimangono oggi 400 al giorno.