Qualche mese fa l'OMS lanciava l'allarme per la ricomparsa del morbillo in Europa: la malattia, che era stata debellata in diversi stati europei, era tornata causando migliaia di contagi e diverse morti, specialmente in Ucraina. Ma fuori dal Vecchio Continente la situazione non è più rassicurante: anche in Australia, Nuova Zelanda e Giappone il virus si è ripresentato, e sarebbe stato proprio un viaggiatore neozelandese il "paziente zero", responsabile del contagio nelle Isole Samoa, dove la popolazione era totalmente indifesa a causa dei bassissimi livelli di vaccinazione. Qualche giorno fa il governo ha annunciato due giorni di chiusura di ogni attività per una campagna di vaccinazione di massa: «Tutti i servizi pubblici e governativi rimarranno chiusi il 5 e il 6 dicembre», ha dichiarato il primo ministro Tuilaepa Sailele Malielegaoi, «per permettere ai funzionari pubblici di fornire il loro aiuto durante la vaccinazione di massa».
Un vaccino salva la vita. Una volta entrato, il virus ha trovato campo libero: a causa dell'immunità di gregge praticamente nulla (solo il 31% della popolazione era vaccinato), dal 16 ottobre il morbillivirus ha già causato 53 vittime, 48 delle quali bambini di età inferiore ai quattro anni, e infettato 3.728 persone (una cifra notevole, considerati gli abitanti: a parità di percentuali, in Italia sarebbero stati più di un milione di contagi).
Paura e antivax. La causa dei livelli di vaccinazione così bassi è da ricercare nella paura dei vaccini, dovuta a sua volta alla diffusione di messaggi antivax. In particolare, i samoani sarebbero stati influenzati negativamente dall'attivista Robert F. Kennedy Jr, nipote dell'ex presidente americano, che nel giugno scorso ha visitato il paese e diffuso informazioni notoriamente false, come il fatto che i vaccini causerebbero l'autismo. Secondo la OMS e l'Unicef la fiducia nei vaccini dei samoani ha iniziato a calare nel 2013, per poi precipitare nel 2018, a seguito della morte di due bambini. Un'indagine ha poi accertato che i decessi non erano causati dal vaccino, ma da un errore umano: gli operatori avevano preparato i vaccini con un miorilassante anziché con soluzione fisiologica.
In passato la copertura vaccinale era al 60-70% della popolazione: comunque bassa, ma attualmente non raggiunge il 30%. Ora il governo è impegnato in una corsa contro il tempo e prova a fare opera di convincimento: «Dobbiamo lavorare insieme per far capire a chi non crede nei vaccini che invece questa è l'unica risposta possibile all'epidemia», afferma il primo ministro: «ascoltate il parere dei medici, mettete da parte le vostre paure».