Salute

Melanoma, entro due anni potrebbe arrivare un vaccino sperimentale?

Speranza dai trial di un vaccino terapeutico dell'azienda Moderna, che unito a un altro farmaco sembra proteggere dalle ricadute di melanoma.

Un candidato vaccino a mRNA contro le forme ad alto rischio di melanoma, una delle forme più aggressive di tumore della pelle, sta continuando a dare risultati promettenti e potrebbe avviarsi verso un processo di approvazione accelerato già nel 2025. Il preparato si chiama mRNA-4157/V940 ed è un vaccino sperimentale a mRNA sviluppato dall'azienda farmaceutica Moderna. Sfrutta la stessa tecnologia adoperata per i vaccini anti-covid, ma è stato studiato per indurre il sistema immunitario a generare una risposta contro specifici tumori.

Cucito su misura. Questo potenziale vaccino è un esempio di medicina personalizzata perché è progettato a partire dal genoma del tumore di ogni paziente: si individuano così le mutazioni specifiche contro le quali va istruito il sistema immunitario, così da codificarle nella "ricetta" dell'mRNA del vaccino (per approfondire: come funziona un vaccino a mRNA).

Accoppiata vincente. In un trial clinico di fase 2 il vaccino è stato somministrato, insieme a un farmaco immunoterapico sviluppato dall'azienda Merck (Keytruda) a 147 pazienti reduci dall'asportazione di un melanoma di terzo o quarto stadio, le forme già avanzate e ad elevato rischio di ricaduta. La combinazione di medicinali ha ridotto il rischio di ritorno del tumore e di morte nei tre anni successivi del 49%, e abbassato quello di diffusione di cellule tumorali in siti distanti o di morte nei tre anni successivi del 62%, rispetto al trattamento con il solo farmaco Keytruda.

Siamo sulla strada giusta. Il vaccino sembra fornire aumentate probabilità di sopravvivenza mano a mano che passa il tempo: in alcuni risultati diffusi lo scorso anno, la riduzione del rischio di ricaduta e di morte era del 44%, mentre ora riguarda praticamente un paziente su due (mentre non sono aumentati gli effetti collaterali). I dati sono stati per ora soltanto comunicati da Moderna, ma non risultano ancora pubblicati su una rivista scientifica in peer-review.

Un vaccino come cura. A dispetto del nome, i vaccini terapeutici come questo non prevengono i tumori, ma li trattano, abituando però l'organismo a reagire all'"intruso". Moderna sta progettando un più ampio studio di fase tre su un migliaio di pazienti per il 2024, lavoro che potrebbe condurre - se i benefici fossero confermati - a un'autorizzazione per l'immissione in commercio condizionata.

Questa procedura usata anche per i vaccini anti-covid, consente il via libera di medicinali sulla base di dati clinici meno completi di quelli normalmente richiesti, nei casi in cui i farmaci rispondano a un bisogno medico non soddisfatto, curino una malattia rara o pericolosa per la vita o proteggano da una grave minaccia per la salute pubblica (e a patto che i benefici del prodotto superino i rischi e che le aziende si impegnino a fornire in tempi stringenti nuovi dati sui trial in corso).

Moderna ha dichiarato di stare inoltre lavorando a un vaccino simile contro il tumore polmonare non a piccole cellule. Anche altre compagnie come la BioNTech stanno sfruttando la tecnologia a mRNA per sviluppare vaccini anticancro.

19 dicembre 2023 Elisabetta Intini
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