Salute

Medico fine vita scrive a Bowie, ci hai aiutato a parlare di morte

La lettera aperta sul Bmj ritwittata dal figlio dell'artista, Duncan Jones

Roma, 20 gen. (AdnKronos Salute) - "Dear David" grazie, non solo per la tua musica, gli Anni Ottanta, Berlino, Lazarus e Blackstar, ma soprattutto "per la tua storia, che è diventata un modo per noi di parlare più apertamente della morte, qualcosa che molti medici e infermieri faticano a introdurre come argomento di conversazione". Così comincia la lettera aperta a David Bowie che il medico britannico Mark Taubert, specializzato in cure palliative al Velindre Nhs Trust di Cardiff, ha pubblicato sul blog del 'British Medical Journal'.

Una missiva che ripercorre la storia musicale e la scomparsa del Duca Bianco, morto per un tumore il 10 gennaio scorso, a pochi giorni dall'uscita di 'Blackstar'. E che è stata ritwittata dal figlio di Bowie, Duncan Jones, fra i primi a dare notizia della scomparsa dell'artista.

Taubert scrive che la notizia della morte di Bowie lo ha portato a parlare di un tema spinoso come questo con alcuni pazienti, in particolare con una donna ricoverata in ospedale, che sta affrontando la fine della sua vita. "All'inizio della settimana ho avuto un confronto con una paziente", racconta, abbiamo "parlato della tua morte e della tua musica". Io "sono un medico e mi occupo di cure palliative, e quello che hai fatto nei giorni precedenti alla tua morte ha avuto un profondo effetto su di me e su molte delle persone con cui lavoro. Il tuo album è colmo di citazioni, allusioni e riferimenti. Come sempre, non hai reso l'interpretazione facile, ma forse non è questo il punto".

"Io ho spesso sentito quanto eri meticoloso nella tua vita. Per me - scrive Taubert - il fatto che la tua morte gentile in casa sia coincisa con la diffusione del tuo album e con il suo messaggio di addio, difficilmente suona come una coincidenza. Tutto è stato attentamente pianificato, per diventare un'opera d'arte di morte".

E anche la scelta del luogo è stata importante. "Molte persone con cui parlo per lavoro pensano che la morte avvenga prevalentemente in ospedale", ma "presumo che tu abbia scelto la casa, pianificandolo nei dettagli. Questo è uno dei nostri obiettivi nelle cure palliative, e la tua abilità nel realizzarlo potrebbe portare altre persone a vederlo come un'opzione possibile".

Il medico parla anche di aspetti come le cure per alleviare il dolore e accompagnare questo momento, possibili anche a casa, e della rianimazione polmonare. Ma soprattutto del potere della musica di Bowie e delle sue scelte per i pazienti in fase terminale.

20 gennaio 2016 ADNKronos
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