Le componenti chimiche di alcune medicine sono di origine grassa e quindi non si possono mischiare con i fluidi del nostro corpo se non con l'aiuto di alcuni oli particolari e additivi. All'università di Canberra stanno sperimentando un sistema nuovo.
Circa il 40% delle nuove formulazioni farmaceutiche, in fase di test, sono solubili solo nei grassi e non nell'acqua. |
Per far arrivare un farmaco sul banco di una farmacia occorrono molti anni di test e non solo a causa delle rigide regolamentazioni in materia, ma anche perché parte delle componenti chimiche dei medicinali è di origine grassa e quindi non solubili nell'acqua e nel sangue.
Per renderli adatti al nostro corpo vengono studiate delle soluzioni chimiche che prevedono l'uso di oli particolari (come l'olio di semi di soia) e additivi (simili ai detergenti) capaci di rendere i grassi chimici solubili nei fluidi del nostro corpo.
Questo processo di formulazione oltre ad essere lungo e complesso, ha anche delle controindicazioni: gli oli e gli additivi possono provocare reazioni allergiche e in caso di uso continuativo anche aumentare i livelli di grassi nel sangue.
Un processo alternativo. Secondo alcuni scienziati dell'università di Canberra, in Australia, esiste una soluzione alternativa: un processo particolare che permette, senza usare altri agenti chimici, di sciogliere l'olio nell'acqua, dopo aver tolto tutti i gas presenti nell'acqua. Ric Pashley e Mathew Francis hanno testato, con successo, la nuova tecnica su due farmaci di origine grassa: il griseofulvin, un medicinale solido preso per via orale, usato nel trattamento dei funghi e il propofol, un sedativo somministrato per infusione endovenosa.
Meno dolore. Le formulazioni delle medicine da somministrare per iniezione sono molto complesse perché piccole quantità di medicinale devono contenere molti elementi, per questo spesso sono dolorose. «Con il nuovo sistema si potrebbero ottenere delle goccioline di piccole dimensioni senza disperdere i principi attivi - afferma Laurence Mather dell'università di Sydney - questa tecnica ha la possibilità di aprire la strada per produrre molte medicine da iniettare senza formule troppo complicate».
(Notizia aggiornata al 30 marzo 2005)