Monaco di Baviera, 13 set. (AdnKronos Salute) - Uno studio presentato da giovani ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid) al congresso Easd, Associazione europea per lo studio del diabete, in corso a Monaco di Baviera, rivela un inedito meccanismo attraverso il quale la dieta mediterranea potrebbe proteggere i vasi delle persone con diabete tipo 2. Questo tipo di regime alimentare riduce il rischio di cardiopatia ischemica, e gli effetti cardio-protettivi di tale dieta sono correlati, in larga parte, al miglioramento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolari. Meno conosciuti sono invece i risultati della dieta mediterranea su altri fattori coinvolti nel mantenimento dell’integrità dell’apparato cardiovascolare.
La ricerca è stata condotta su 215 soggetti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi, che sono stati randomizzati in due gruppi: al primo veniva consigliata una dieta di tipo mediterraneo, al secondo gruppo una dieta a basso contenuto di grassi. Al termine dello studio, i soggetti che avevano seguito la dieta mediterranea presentavano un numero di cellule progenitrici endoteliali significativamente maggiore rispetto all'altro gruppo. Si tratta del primo studio di intervento basato su una dieta ad aver dimostrato un effetto benefico di quella mediterranea sulla capacità rigenerativa dell’endotelio in una popolazione di pazienti con diabete tipo 2 appena diagnosticato.
"Il nostro studio – spiega Maria Ida Maiorino, Uoc di endocrinologia e malattie del metabolismo della Seconda università degli studi di Napoli – dimostra per la prima volta che seguire un'alimentazione di tipo mediterraneo con una modica restrizione di carboidrati e ricca di acidi grassi monoinsaturi, si associa all'aumento dei livelli circolanti dei progenitori delle cellule endoteliali, le cellule staminali di origine midollare preposte alla riparazione dei vasi sanguigni, quando interessati da danno ischemico".
Continua la Maiorino: "Sono risultati importanti soprattutto per i pazienti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi, ai quali viene innanzitutto consigliato di modificare il proprio stile di vita con dieta ed attività fisica strutturata, prima ancora di intraprendere una terapia medica. Negli ultimi decenni l’importanza della dieta come regime alimentare 'in toto', rispetto alla tradizionale accezione di associazione di singoli nutrienti, sta emergendo con intensità sempre crescente. Da questo punto di vista, la dieta mediterranea grazie alla ricchezza in vegetali e olio extravergine di oliva si conferma come un regime alimentare dalle proprietà cardio-metaboliche favorevoli, soprattutto per le persone con diabete, soggette ad un alto rischio cardiovascolare".
"Questi studi contribuiscono in modo sostanziale a chiarire l’enorme potenziale terapeutico della dieta mediterranea, patrimonio Unesco – commenta Giorgio Sesti, presidente della Sid – e rafforza l’importanza della nutraceutica come vero e proprio trattamento della patologie cardio-metaboliche".