Milano, 10 nov. (AdnKronos Salute) - Nemici piccolissimi che rischiano di segnare il successo della chirurgia. Le infezioni osteo-articolari sono tra le prime cause di fallimento degli interventi protesici nel mondo. Nel nostro Paese ogni anno vengono diagnosticati sempre più casi di questo tipo, dovuti anche all'aumento del numero di operazioni eseguite, che portano a un esito negativo dell’impianto e quindi al reintervento. Ebbene, dalla ricerca italiana arriva un algoritmo innovativo, che consente di determinare con maggior precisione rispetto ad altri approcci la presenza di una eventuale infezione, analizzando il liquido articolare di anca e ginocchio.
Il team di Lorenzo Drago, direttore del laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi (una delle 18 strutture d’eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato) è impegnato da anni nella ricerca di soluzioni mirate a diagnosticare e limitare i danni provocati dalle infezioni osteo-articolari. Forte di questa esperienza, il laboratorio di Drago è stato individuato come uno dei tre centri europei, insieme a Germania e Regno Unito, per la sperimentazione di una tecnologia, proveniente dagli Stati Uniti, e di un algoritmo innovativo che consente di determinare con maggior precisione, rispetto ad altri approcci oggi utilizzati, la presenza di una eventuale infezione analizzando il liquido articolare di anca e ginocchio.
Ma come funziona la tecnica? Il liquido sinoviale del paziente viene introdotto in un apposito strumento che, in poche ore, sarà in grado di rilevare, mediante l’analisi di diversi marcatori come l’alfa defensina e l’esterasi, non solo la presenza dell’infezione ma anche la sua entità. Una volta analizzato il campione positivo e successivamente determinato il microrganismo, alla base dell’infezione, l’ortopedico potrà trovare la soluzione più appropriata per il paziente.
L'Irccs Galeazzi ha dato avvio a uno specifico ambulatorio di artrocentesi, per il prelievo del liquido sinoviale, dove ortopedici esperti preleveranno i campioni dalle articolazioni di anca e ginocchio servendosi di moderne procedure ecoguidate. Un ulteriore vantaggio di questa tecnologia è quello di limitare risultati non veritieri, che da sempre costituiscono un ostacolo verso la corretta diagnosi. Un falso positivo, infatti, implica un utilizzo improprio degli antibiotici e un aumento dei costi per cure non necessarie. Ancora più complesso è il caso dei falsi negativi poiché la mancata diagnosi di un’infezione in corso può compromettere l’osso e pregiudicare la corretta guarigione.
"L’applicazione di procedure di laboratorio, dalla valutazione dei marker di infezione, combinate agli esami microbiologici, anche con tecniche di biologia molecolare, daranno sicuramente avvio a procedure cliniche più appropriate per i pazienti e per il sistema sanitario, sia in termini di costi sia di efficacia", ricorda Drago.
"Una volta raccolto il liquido sinoviale, lo stesso verrà processato per il test dell’alfa defensina e dell’esterasi; il risultato si avrà in pochi minuti (esterasi) o in alcune ore (alfa-defensina). Un risultato positivo di questi due test - conclude - permetterà la possibilità di approcci chirurgici, clinici e diagnostici più rapidi e mirati".