Salute

Medicina: neurologa, in centri sclerosi 'cabina regia' per cure migliori

Patrizia Sola (ospedale Boggiovara), qui tutta l'expertise necessaria a trattare al meglio i malati

Roma, 4 gen. (AdnKronos Salute) - "Una presa in carico multidisciplinare e la possibilità di avere una relazione diretta con i medici in caso di necessità e urgenza. Insomma una 'cabina di regia' che si prende cura al meglio della persona con sclerosi multipla". Tutto questo sono i centri di riferimento diffusi sul territorio nazionale, che "si occupano dei pazienti nella loro globalità e non solo dal punto di vista della malattia", spiega Patrizia Sola, responsabile del Centro malattie demielinizzanti del Nuovo Ospedale Civile S.Agostino-Estense di Baggiovara (Modena).

L'esperta ha partecipato al workshop sulla sclerosi multipla 'Dall'immunologia all'innovazione terapeutica', che si è tenuto nei giorni scorsi proprio a Baggiovara dove si è discusso "delle novità relativamente alla ricerca di base sul funzionamento del sistema immunologico - dice la neurologa all'AdnKronos Salute - e sulla relazione con le alterazioni alla base della malattia. Un'occasione di confronto importante con i maggiori esperti italiani e soprattutto di formazione, con un'impronta di carattere scientifico. L'obiettivo era confrontare per capire come la ricerca può aiutare la cura del malato".

Uno sforzo su cui ogni giorno si lavora anche al Centro di riferimento modenese dove sono in cura "circa 820 pazienti - continua Sola - con una prevalenza di donne pari a 3 a 1, cosa che rispecchia i dati epidemiologici italiani. L'età media delle persone in trattamento è di 30-40 anni, ma abbiamo pazienti dai 14 fino agli 80 anni: non è una malattia che inficia la durata della vita. In Emilia Romagna il nostro è uno dei centri più grandi e abbiamo anche una sessantina di pazienti che provengono da altre regioni".

Importante anche la' rete' di comunicazione che c'è con gli altri centri di riferimento, anche a livello progettuale: "Abbiamo avviato Percorsi diagnostico-terapeutici (Pdta) comuni - aggiunge Sola - perché è importante uniformare il trattamento sul territorio. Un'altra attenzione importante che rivolgiamo è quella alla formazione di nuovi professionisti che si occupano e si occuperanno dei malati: occorre 'addestrare' i giovani garantendo continuità di persone esperte".

La direzione in cui sta andando la ricerca sulla sclerosi multipla "è soprattutto quella di capire meglio come funziona il nostro sistema immunitario - evidenzia l'esperta - e quali sono i meccanismi maggiormente alterati, per costruire terapie che agiscano in modo mirato. Questo vuol dire farmaci, ma anche studiare come funzionano le staminali, quali sono le prospettive delle terapie cellulari e quali anche le migliori strategie di prevenzione o riduzione del rischio. In questo senso, ultimamente, si parla molto dell'ipotesi del microbiota intestinale: sembra che la flora batterica in età infantile possa condizionare lo sviluppo futuro del sistema immunitario e l'insorgenza della sclerosi multipla.

Ma sono ancora ipotesi su cui si sta studiando".

Le speranze dei neurologi è che nel futuro "si trovi una cura per sconfiggere definitivamente la sclerosi multipla e non solo evitare ricadute e peggioramenti a livello di risonanza magnetica. Sono comunque stati fatti progressi enormi nel tempo: fino al '96 non avevamo armi a disposizione. Speriamo tutto questo avvenga a breve, ma non è preventivabile. In fondo, a oggi non riusciamo a curare nemmeno l'influenza stagionale", conclude Sola.

4 gennaio 2016 ADNKronos
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