Salute

Medicina: il libro dello statistico, bimbi Down a rischio 'estinzione'

Roberto Volpi descrive il caso danese dei test prenatali gratuiti, sparizione sindrome entro il 2030?

Milano, 21 mar. (AdnKronos Salute) - Bambini Down a rischio estinzione. Uno scenario possibile, sul quale riflettore, secondo lo statistico italiano Roberto Volpi, autore del saggio 'La sparizione dei bambini Down' (Edizioni Lindau, anche in formato ebook), che riflette sul doppio volto del progresso medico-scientifico mentre oggi 21 marzo si celebra la Giornata mondiale dedicata alla sindrome della trisomia 21. Molti gli interrogativi aperti dal contenuto della pubblicazione, che in 96 pagine prende in esame vari aspetti della questione. Da un lato "è migliorata, e migliorerà ancora, la qualità della vita delle persone Down che in Occidente hanno raggiunto una speranza di vita che sfiora i 60 anni". Ma dall'altro "la selezione dei Down è sempre più elevata", e "la loro accettazione sempre più difficile e sporadica".

Mentre "i difetti congeniti, e tra questi proprio la sindrome di Down, sono in aumento", l'autore analizza la tendenza a muoversi "verso società (di fatto e sentimentalmente) 'Down free'", e ragiona sul futuro di una condizione stretta oggi "tra due fuochi: moralità delle scelte e desiderio spasmodico di bambini perfetti".

"Succede, per esempio - si legge nella presentazione dell'opera - che il quotidiano danese 'Berlinske' pubblichi il 5 gennaio 2012 la notizia che il governo danese rende gratuiti i test di diagnosi prenatale e che i nati Down, continuando a diminuire del 13% l'anno così come negli anni precedenti il 2012, arriveranno a scomparire del tutto entro il 2030", rendendo così la nazione scandinava "il primo Paese al mondo 'Down Sindrome free'. Lbero dalla sindrome di Down. Succede questo, ed ecco che si parla della Danimarca come del primo Paese europeo e mondiale a prefiggersi il raggiungimento di un tale obiettivo".

"A seguito del sequenziamento del Dna umano - è la riflessione contenuta nel saggio - si pensava che certe malformazioni del tipo della sindrome di Down, dovute a un ben preciso e individuabile errore genetico, sarebbero state piuttosto facilmente debellate con il ricorso all'ingegneria genetica. In fondo, sapendo di un gene sbagliato o doppio o mancante, e di dov'è o dovrebbe essere collocato, della sua precisa posizione sulla doppia elica del Dna, non resterebbe che intervenire per 'aggiustarlo' o togliere di mezzo il pernicioso doppione, o per aggiungere il gene mancante".

"Così facendo si conterebbe di vincere la battaglia contro la malattia guarendo i bambini Down, ossia intervenendo sui feti che manifestano questa sindrome per 'correggerne' il difetto, non eliminandoli una volta individuati con le diagnosi prenatali, ricorrendo all'interruzione volontaria della gravidanza. In fondo, 'correggere' un feto affetto dalla sindrome di Down per farne un feto sano rappresenterebbe tutto un altro modo di riportare una vittoria su questa sindrome, che non procedendo attraverso l'aborto", è la convinzione esposta nel libro.

La conclusione è che "la ricerca continua, per riuscire a passare da una politica per così dire repressiva a una riparativa nei confronti dei concepiti che presentano la sindrome di Down. Ma il dato è appunto questo: che al momento non c'è che l'Ivg per scongiurare la nascita di bambini che siano stati diagnosticati come Down".

21 marzo 2016 ADNKronos
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