Roma, 3 ago. (AdnKronos Salute) - Ricercatori dell'Università Ebraica di Gerusalemme hanno pubblicato uno studio sulla rivista 'Atherosclerosis' condotto sia su israeliani che palestinesi. Riuscendo a confutare la diffusa idea secondo cui le componenti del colesterolo 'buono' Hdl (Hdl-C) che proteggono cuore e arterie siano solo le lipoproteine ad alta densità.
In particolare sono stati reclutati 274 arabi e 230 ebrei residenti a Gerusalemme, sui quali è stata utilizzata la risonanza magnetica nucleare per identificare il numero e le dimensioni delle particelle di Hdl nel plasma, e altri esami per identificare i livelli di calcificazione nelle arterie coronarie. E' stata poi avviata una sperimentazione con farmaci mirati ad aumentare i livelli di questa sostanza nel sangue: i dati non sostengono il legale fra quantità di colesterolo Hdl-C e riduzione del rischio di malattia coronarica. I risultati mostrano invece un'associazione inversa statisticamente significativa sia del numero di particelle Hdl (Hdl-P) che della concentrazione di particelle Hdl piccole e medie (Ms-Hdl-P) con la calcificazione coronarica.
L'associazione con l'Hdl-C risulta invece più debole e inconsistente, sia tra gli uomini che fra le donne. "I nostri risultati indicano che l'Hdl-P e Ms-Hdl-P sono marcatori più indipendenti di malattia coronarica, come risulta dalla calcificazione delle arterie coronariche, rispetto all'Hdl-C, almeno in questa popolazione bi-etnica di israeliani e palestinesi", ha detto Chobufo Ditah, medico africano che ha collaborato con Jeremy Kark della Hebrew University.