All'inizio di questa incredibile vicenda della Covid-19 l'utilizzo della mascherina per uscire di casa era quasi scoraggiato: per l'OMS, e per tutti quelli che riprendevano le sue linee guida di quei primi giorni, era raccomandata per le persone positive all'infezione e per chi si occupava di loro, mentre tutti gli altri erano invitati a lavarsi bene le mani, evitare di toccarsi la faccia e rispettare le distanze fisiche dagli altri.
Ora si va con decisione in una direzione differente, com'è chiaro da quello che succede in Italia, per esempio, per la veloce conversione della produzione di diverse industrie tessili nostrane e per gli annunci del prossimo arrivo di milioni di mascherine (e altri ausili per il personale sanitario). Per i giornali e i notiziari, nei prossimi mesi le mascherine diventeranno per tutti un accessorio irrinunciabile. Sul questo tema, vale la pena anche citare la sorpresa apertamente manifestata dai medici cinesi arrivati in Italia per il gran numero di persone che in Occidente circola senza mascherina.
Una volta per tutte: le mascherine servono oppure no?
Per proteggere se stessi. Sia le mascherine chirurgiche sia le N95 si sono dimostrati validi ausili, anche se non sempre sufficienti nel proteggere il personale sanitario sovraesposto al virus. Sovraesposti, perché medici e infermieri restano a contatto con i pazienti per molte ore al giorno e compiono anche manovre (tutto ciò che va fatto per alleviare la degenza di pazienti sedati o che non possono muuoversi) che li espongono a un'elevata quantità di goccioline di saliva: il famoso droplet, che sembra il principale veicolo di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2. I pazienti con affezioni respiratorie da COVID-19 possono tossire, starnutire, respirare a fatica... La concentrazione di malati attualmente negli ospedali alza enormemente le probabilità di contrarre l'infezione.
Ecco perché è fondamentale che le mascherine, che mancano di continuo, vadano in primo luogo agli operatori sanitari e a chi mantiene in vita le cosiddette attività essenziali, da chi passa casa per casa a portare via l'immondizia che altrimenti fermenterebbe nei cortili alle forze dell'ordine, dagli addetti dei supermercati ai taxisti e ai volontari che ogni giorno fanno la spesa per chi non può fare da sé. Secondo gli epidemiologi le mascherine funzionano meglio, come dispositivo di prevenzione, per il personale sanitario ben addestrato: medici e infermieri sanno come usarle. Occorre per esempio lavarsi accuratamente le mani prima di metterle e dopo averle tolte, evitare di toccarle mentre le si indossa, smaltirle correttamente: cose che non tutti sanno o si ricordano di fare.
Se tutti fossimo ben istruiti su come utilizzare le mascherine, forse indossarle avrebbe un effetto protettivo aggiuntivo per il contenimento dei contagi.
Per proteggere gli altri. L'effetto più importante delle mascherine è quello di limitare la diffusione delle particelle virali da parte di chi è stato contagiato dal virus. Non è chiaro quanto a lungo il SARS-CoV-2 persista negli aerosol che emettiamo (anche solo parlando o respirando: non occorre per forza starnutire). Il virus si trasmette anche nei giorni che precedono l'esordio dei sintomi, quando ancora non sappiamo di essere infettivi: ecco perché dovremmo comportarci come se avessimo già la COVID-19, e ridurre il più possibile le uscite. Data la pervasività della pandemia, anche questo argomento deporrebbe a favore di mascherine per tutti, come è stato per la Cina e come fanno, da settimane, in Giappone (dove la mascherina, come attenzione per gli altri, fa parte della cultura). Ma, ancora una volta: non ce ne sono abbastanza!
Per il "dopo". Possiamo però aspettarci che la necessità di indossare mascherine per uscire diventerà più impellente quando inizieremo una graduale uscita dalla serrata che stiamo vivendo (il lockdown), e allenteremo le misure di distanziamento sociale. Allora gli ospedali saranno meno sotto pressione, e avremo forse avuto il tempo di produrre tutte le mascherine che servono. Indossarle correttamente potrebbe contribuire a rallentare nuove ondate epidemiche, se continueremo a rispettare le altre imprescindibili misure igieniche.