Inizia a chiarirsi, con l’arrivo dei primi dati certi e l’individuazione delle possibili cause, il quadro di quella che è stata definita una "epidemia" di morti da svapo negli Stati Uniti, con centinaia di pazienti ricoverati con gravi sintomi respiratori collegati all’uso di sigarette elettroniche, e diversi decessi.
Il bilancio. Il caso è scoppiato nella seconda metà di agosto, quando medici e ufficiali sanitari hanno stabilito e reso pubblico un legame tra gli strani episodi di polmonite senza segni di infezione osservati in persone giovani, e l’aver fatto uso di sigarette elettroniche. Da allora, le segnalazioni hanno continuato ad aumentare, e secondo quanto ha dichiarato nei giorni scorsi Anne Schuchat, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention americani (CDC), non si fermano.
Al 1° ottobre il bilancio ufficiale è di 1.080 casi dichiarati, oltre a 18 decessi. Dalle prime analisi statistiche condotte su una frazione dei casi registrati, la maggior parte dei pazienti ricoverati, circa i tre quarti, sono maschi e giovani: due terzi tra i 18 e i 34 anni, il 16 per cento non ancora diciottenne.
Vapori sospetti. Come già si sospettava, arrivano le prime conferme che all’origine dei malori ci sarebbe non tanto l’uso "normale" delle sigarette elettroniche, ma il fai-da-te con liquidi e prodotti, spesso a base di marijuana, acquistati per strada.
La categoria principale di prodotti individuata come possibile causa comprende cartucce che i consumatori chiamano Dark Vapes, contenenti THC, il principio con proprietà psicoattive della cannabis, e altri prodotti contraffatti con nomi diversi e nella maggior parte dei casi, ma non sempre, a base di marijuana.
Gli ufficiali sanitari sono arrivati a restringere il cerchio e a individuarli intervistando un’ottantina di persone che si erano sentite male: la maggioranza aveva utilizzato le sigarette elettroniche per svapare cartucce preconfezionate acquistate per strada, e 57 di loro avevano utilizzato in particolare il prodotto etichettato come Dark Vapes. Le persone intervistate appartengono però a due soli Stati, il Wisconsin e l’Illinois, in cui si è verificato il maggior numero di malori. Resta da vedere se gli stessi prodotti sono all’origine dei casi anche nel resto degli Stati Uniti - le autorità sanitarie hanno anche precisato di non aver individuato un singolo prodotto legato a tutti i casi di malore.
La sostanza incriminata? Dalle analisi svolte, però, una percentuale significativa dei prodotti incriminati si è rivelata contaminata da vitamina E acetato, un composto oleoso spesso utilizzato in prodotti cosmetici per la pelle.
È possibile che sia stato aggiunto nelle cartucce dei liquidi da svapo per diluire o tagliare il THC. L’ipotesi che a provocare le gravi infiammazioni polmonari e i disturbi respiratori siano state proprio le gocce vaporizzate di questa sostanza oleosa (esiste una patologia rara, la polmonite lipoidea, provocata dall'inalazione di particelle di olio) è però ancora da dimostrare in maniera definitiva.
Nel frattempo, l'osservazione delle lesioni polmonari di alcuni pazienti non risolve i dubbi e non conferma questa ipotesi.
Secondo quanto riportato sul New England Journal of Medicine, i danni ai polmoni di 17 delle persone ricoverate per sospetta malattia da svapo (due delle quali poi morte) somigliano piuttosto a bruciature da sostanze chimiche. «Sembra il tipo di danno che ci si aspetterebbe di vedere in un lavoratore coinvolto in un incidente industriale ed esposto al versamento di sostanze e fumi tossici», ha dichiarato al New York Times Brandon Larsen, uno dei medici della Mayo Clinic che ha esaminato i casi. Il medico ha aggiunto che i danni ricordano anche quelli del famigerato gas mostarda, impiegato sui campi di battaglia della Prima guerra mondiale.
In definitiva, gli esperti della Mayo Clinic riportano di non aver trovato traccia di sostanze oleose - vitamina E acetato, ma neppure di THC - sul (piccolo) campione studiato: nessuna traccia di ciò che si riteneva la causa più probabile della polmonite. I ricercatori invitano perciò a esplorare altre ipotesi.
Il dibattito sulle e-cig. L’allarme sulle sigarette elettroniche è in corso da tempo negli Stati Uniti. Come i dati sembrano mostrare, il timore è che le e-cig, per i più giovani, siano un trampolino verso la dipendenza da nicotina e le sigarette tradizionali. O peggio, come in questa particolare occasione: responsabili dei malori e delle morti non sarebbero infatti i liquidi in sé, ma le sostanze contenute nei prodotti contraffatti a base di marijuana svapati attraverso le sigarette elettroniche, una moda che si sta diffondendo (soprattutto tra i giovani) perché il consumo passa in questo modo più facilmente inosservato, e forse è ritenuto anche più accettabile.