Un nuovo vaccino contro la malaria che agisce in due tempi, prima esponendo al patogeno e poi correndo ai ripari, si è rivelato altamente efficace in un piccolo trial clinico su soggetti adulti. La procedura prevede di iniettare nei partecipanti il parassita della malaria così com'è - il Plasmodium falciparum vivo e infettivo - seguito, nel giro di un paio di giorni, da farmaci antimalarici in grado di metterlo rapidamente fuori gioco. La combinazione ha dimostrato un'efficacia dell'87,5% in un gruppetto di adulti sani, la più alta mai ottenuta per un vaccino antimalarico. I risultati, che andranno replicati su numeri più grandi, sono stati pubblicati su Nature.
Malaria: La pandemia dei bambini. Ogni anno 229 milioni di persone nel mondo si ammalano di malaria e 409.000, in gran parte bambini di meno di 5 anni, muoiono per le conseguenze di questa parassitosi. Il serbatoio della malaria sono le persone infette, e il mezzo di diffusione le zanzare femmine del genere Anopheles. Gli insetti succhiano, insieme al sangue, le cellule riproduttive del parassita della malaria, per poi trasmettere le cellule infestanti (sporozoiti) alle persone che pungono in seguito. Queste viaggiano fino al fegato, e dopo una prima fase asintomatica si diffondono nella circolazione sanguigna dando luogo ai sintomi.


La pirimetamina è un farmaco antimalarico che spegne l'infezione direttamente nel fegato; la clorochina va invece a caccia delle cellule infestanti nel sangue. Gli scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda (USA) hanno somministrato a 44 persone adulte sane negli Stati Uniti diverse dosi di Plasmodium falciparum e, a distanza di due o tre giorni, diverse dosi di uno di questi due farmaci da tempo utilizzati per bloccarne sul nascere l'attività.
Come funziona il vaccino antimalarico. A ciascuno in tutto sono state consegnate tre dosi intravenose del "vaccino combinato" a distanza di un mese l'una dall'altra. Quando i partecipanti hanno ricevuto un'alta dose di parassita (200.000 sporozoiti) seguita dalla pirimetamina, il vaccino ha protetto da una nuova infezione in sette casi su otto, se i volontari venivano esposti allo stesso parassita usato come stimolo immunitario.
Ma il vaccino ha superato anche un test più difficile, perché ha protetto in sette casi su nove da un diverso ceppo di malaria circolante in Brasile. La combinazione del plasmodio più clorochina ha schermato in sei casi su sei da questo secondo tipo di malaria.
Contro la malaria esiste già un vaccino moderatamente efficace - Mosquirix o RTS,S, approvato nel 2015 - che utilizza come leva sul sistema immunitario una molecola presente sulla superficie del plasmodio.
Ha un'efficacia del 39% nei bambini che abbiano ricevuto tutte e 4 le dosi previste e del 26% in caso di ciclo vaccinale incompleto - qualcosa, ma non abbastanza.


La ricerca di un vaccino risolutivo. Una versione migliorata di questo vaccino che sfrutta un aduviante per potenziare la risposta immunitaria ha portato l'efficacia al 77% nella fase 2 di sperimentazione, oltre il target del 75% entro il 2030 fissato dall'OMS. C'è però ancora molto bisogno di un vaccino risolutivo.
La nuova strategia sfrutta il plasmodio "intero", pienamente infettivo e non solo una sua parte, un modo per ampliare la risposta immunitaria. Ma c'è anche un potenziale ostacolo all'utilizzo del vaccino in Paesi con sistemi sanitari precari, dove è difficile garantire ai pazienti continuità di cure, e dove il rischio è di inoculare il parassita e poi mancare gli appuntamenti successivi con le terapie antimalariche. Si sta perciò studiando il modo di somministrare le due componenti - plasmodio e terapie - contemporaneamente e non in fasi diverse.