La notizia non è nuova: deodoranti, shampoo, profumi, gel per capelli e creme di bellezza inquinano. La novità è che mentre le politiche ambientali attuate dagli anni Settanta in poi hanno fatto diminuire la quantità di benzene presente nell'aria, le quantità di silossani inquinanti (composti chimici formati da silicio, ossigeno e idrocarburi alcani, impiegati nella produzione di cosmetici) sono in continua crescita.
Lo conferma uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, condotto da ricercatori americani e canadesi che hanno analizzato l'aria di due città: Boulder (Usa) e Toronto (Canada).
Puliti, ma inquinanti. Dall'analisi è emerso che al mattino c'è un picco di emissioni di D5, un silossano presente in moltissimi prodotti di bellezza che dal corpo evapora nell'atmosfera.
In quel momento della giornata, quando le persone escono di casa per recarsi al lavoro, i ricercatori hanno addirittura notato che le emissioni di D5 sono equivalenti a quelle del benzene emesso dal gas di scarico delle macchine.
A differenza delle emissioni delle auto, che rimangono elevate durante tutto il giorno, quelle di D5 si riducono progressivamente nell'arco delle 24 ore. Nel complesso il rapporto è di 1 a 3: in altre parole, l'intera popolazione di Boulder emette da 3 a 5 chilogrammi di D5 al giorno contro i 15 chilogrammi di benzene.
Il D5 crea smog? I ricercatori devono ancora capire in che modo queste sostanze chimiche interagiscano con l'atmosfera e producano smog. E dovrano valutare il loro impatto sull'ambiente e sulla salute.
Di certo sappiamo però che i silossani sono composti organici volatili (VOC). Nell'aria, la luce solare può farli reagire con gli ossidi di azoto e altri composti, per formare ozono e particolato, due sostanze inquinanti molto dannose per la salute. Anche per questo proprio quest'anno l'Unione Europea ha disciplinato la materia ponendo dei vincoli al loro utilizzo.