Salute

Cancro: identificate due molecole che gli scatenano contro il sistema immunitario

Sperimentata con successo sui topi, una combinazione di due molecole risveglia la risposta immunitaria alle cellule malate, nel tumore principale e nelle metastasi: si indaga ora l'efficacia sull'uomo.

Nei topi, la combinazione di due molecole che stimolano il sistema immunitario, iniettata direttamente sui tumori, si è dimostrata in grado di eliminare rapidamente le cellule malate non solo nella sede primaria della lesione, ma anche in quelle secondarie: ha agito cioè sia sul cancro principale, sia sulle metastasi.

Per la ricerca in questione è presto per dire se l'approccio possa funzionare anche per l'uomo, ma nei roditori il mix delle due molecole si è rivelato efficace su diverse tipologie di cancro, incluse quelle sorte spontaneamente in esemplari geneticamente predisposti.

Autodifesa. La ricerca della Scuola di Medicina dell'Università di Stanford è stata pubblicata su Science Translational Medicine. L'immunoterapia, una delle frontiere più promettenti nella lotta contro il cancro, punta a potenziare le naturali difese immunitarie per sbarazzarsi delle cellule malate.

Alcuni approcci prendono di mira i blocchi che limitano l'azione degli anticorpi contro il tumore; altri richiedono di ingegnerizzare geneticamente le cellule immunitarie del paziente in laboratorio, per renderle capaci di contrastare il cancro, e iniettarle di nuovo nel corpo. Ma si tratta spesso di procedure costose, lente e con effetti collaterali difficili da prevedere.

Ronald Levy, a capo dello studio, ha testato su topi una ventina di molecole, da sole o in combinazione, inclusi diversi tipi di anticorpi capaci di dare una scossa al sistema immunitario. I roditori avevano tumori sparsi in vari punti dell'addome. La combinazione "vincente" si è rivelata quella che include una piccola sequenza di DNA chiamata CpG e un anticorpo che si lega al recettore OX40 dei linfociti T (cellule fondamentali nella risposta immunitaria specifica).

Sveglia! La miscela ha attivato la risposta dei linfociti T presenti "sul posto", i quali sono poi migrati a distruggere gli altri tumori simili nel corpo dell'animale. In meno di 10 giorni sono sparite le cellule malate nel punto dell'iniezione, e in meno di 20 quelle dei tumori secondari. Sono guariti così 87 topi su 90: il 96,6%!

Il mix ha funzionato anche su femmine di topo predisposte per sviluppare il tumore al seno. Quando ne avevano due, il composto è stato iniettato solo su uno ma ha agito anche sul secondo, ostacolando anche la formazione di nuovi tumori. «È un approccio molto mirato», spiega Levy: «soltanto i tumori che condividono lo stesso target proteico della zona trattata vengono presi di mira.»

Prospettive. Il prossimo passo sarà testare la combinazione su 15 pazienti con linfoma, un cancro che interessa il sistema linfatico, per capire se la terapia è altrettanto efficace e se non presenta effetti collaterali.

1 febbraio 2018 Elisabetta Intini
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