Le persone che parlano quotidianamente due lingue hanno una maggiore probabilità di ritardare - se predisposti - l'insorgenza di forme di demenza.
La modella e attrice spagnola Inés Sastre è famosa per la sua bellezza... e per la sua cultura: oltre allo spagnolo, parla perfettamente il francese, l'inglese e l'italiano. |
Bilingui e circolazione sanguigna
Da tempo è noto che una buona circolazione sanguigna nei vasi del cervello è un fattore chiave nella prevenzione delle malattie degenerative del sistema nervoso. Secondo i ricercatori un’attività cerebrale intensa come quella necessaria a comprendere e a parlare due lingue straniere assicurerebbe un miglior afflusso di sangue al cervello ma anche un corretto funzionamento delle connessioni nervose che, grazie all’esercizio, si manterrebbero così “ben oliate” per diversi anni.
Una lingua = quattro anni
La ricerca condotta da Ellen Bialystok ha preso a campione, tra il 2002 e il 2005, 184 pazienti anziani che mostravano i primi segni di demenza. Di questi 91 parlavano solo la loro lingua madre, 93 ne parlavano correntemente anche un’altra. Confrontando i due gruppi, i ricercatori hanno potuto rilevare che l’età media di insorgenza dei sintomi dell’Alzheimer è di 75,5 anni nei bilingui contro i 71,4 nei soggetti che parlavano una sola lingua. «La differenza» affermano i ricercatori a prova del ruolo benefico della seconda lingua «rimane pressoché identica anche al modificarsi di alcune variabili come il livello di istruzione, la cultura di provenienza, la professione e il sesso».
Il cervello in esercizio
Ma gli scienziati, che stanno già pensando ad altre ricerche per approfondire le cause alla base del fenomeno, mettono in guardia: lo studio non dimostra che parlare correntemente più lingue previene l’Alzheimer, ma piuttosto che l’esercizio costante del cervello è in grado di ritardare l’insorgere di alcune patologie degenerative.
(Notizia aggiornata al 15 gennaio 2007)