Nelle ultime settimane si sono susseguite notizie di nuovi focolai di lebbra in Florida centrale, dove la malattia sarebbe diventata endemica: i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie statunitensi (CDC) hanno pubblicato un report mettendo in guardia sull'aumento dei casi nel cosiddetto Sunshine State, che conta un quinto dei contagi totali negli USA. Quanto c'è da preoccuparsi? Siamo di fronte a un'emergenza? Secondo Andrea Maderal, assistente alla cattedra di dermatologia alla Miller School of Medicine dell'Università di Miami, no: la malattia è ancora estremamente rara e può essere curata con gli antibiotici.
I sintomi. La lebbra è una malattia che colpisce la pelle e il sistema nervoso periferico: normalmente scatena un'eruzione cutanea che provoca una perdita di sensibilità nella zona colpita, che può essere estesa a poche zone o ad aree più ampie del corpo.
Da dove arrivano i contagi? Non è ancora chiaro in che modo le persone si stiano infettando: in passato si pensava che il contagio avvenisse viaggiando in altri Paesi dove la malattia è più diffusa (come India, Africa sub-sahariana o Sud America), o tramite zoonosi entrando in contatto con l'armadillo, animale portatore del Mycobacterium leprae, il batterio che causa la lebbra. Un recente caso in Florida, però, non è connesso né all'una né all'altra situazione, e questo fa presumere ai CDC che il batterio possa essere diventato endemico, o che si trovi naturalmente in Florida.
Come si cura? Attualmente la lebbra colpisce circa 150 persone all'anno negli Stati Uniti e 200.000 in tutto il mondo. «Più del 95% della popolazione statunitense è naturalmente immune all'infezione, che comunque è curabile tramite terapia antibiotica», sottolinea Maderal. Se la presenza di batteri non è molto elevata, vengono prescritti diversi antibiotici per 12 mesi; se invece la concentrazione di batteri è maggiore, la cura antibiotica si estende per 24 mesi. Può anche capitare che, durante l'infezione, i pazienti abbiano delle reazioni immunologiche dovute all'eccessiva attivazione del sistema immunitario: in questi casi è necessario somministrare farmaci antinfiammatori e immunosoppressori.
Come ci si contagia? Non è ancora chiaro come avvenga il contagio: in passato sapevamo che il batterio veniva trasmesso attraverso le goccioline respiratorie e in particolare stando a stretto contatto con un infetto. Tuttavia è importante sottolineare che dopo la cura antibiotica, l'infetto non è più contagioso.
Un'altra fonte di contagio è l'armadillo, che vive in alcune zone della Florida, della Louisiana e del Texas: chi entra in diretto contatto con questo animale (cacciandolo, toccandolo, scuoiandolo o mangiandolo) può infettarsi.
«Se qualcuno sospetta il contagio, la prima cosa da fare è andare da un dermatologo per effettuare una biopsia cutanea», conclude Maderal.