Bistrattate da tutti, le cellule lipidiche potrebbero avere un ruolo fondamentale nel guarire le ferite. Se non altro nei moscerini della frutta: mentre Anna Franz, biochimica dell'Università di Bristol (Regno Unito) stava studiando al microscopio il comportamento delle cellule immunitarie di questo insetto quando subisce una lesione, ha visto una nube di cellule 10 volte più grandi di ogni altra nell'animale dirigersi verso la ferita.
Sospettava si trattasse di cellule di grasso, e aveva ragione. Ma come fanno queste unità base, che si pensavano statiche e incapaci di spostarsi autonomamente, ad accorrere sul posto? Lo studio, pubblicato su Developmental Cell, suggerisce che nelle drosofile, le cellule lipidiche siano più mobili e utili nelle emergenze di quanto si credesse, e che lo stesso possa valere per altri animali.
I ricercatori hanno creato con il laser un foro nel torace di questi animali, dove risiedono poche cellule di grasso. Nell'arco di pochi minuti, hanno osservato le cellule di grasso arrivare sul posto, tappare il buco con la loro mole e spingere i residui di sporco verso l'esterno, dove ad attenderli c'erano cellule immunitarie spazzine. Le cellule lipidiche hanno anche prodotto una sostanza antimicrobica che ha aiutato nel processo di guarigione.
Movimento sinuoso. Il tipo di locomozione che le cellule di grasso hanno usato è insolita: non attraverso microscopici filamenti ma grazie alle contrazioni e rilassamenti (una sorta di peristalsi) attuate da due proteine che si trovano anche nelle fibre muscolari, actina e miosina.
Come le cellule di grasso si dirigano verso la ferita non è chiaro. Non - come si potrebbe pensare - richiamate dalle cellule immunitarie: quando i ricercatori le hanno disattivate nelle drosofile, le cellule lipidiche sono accorse ugualmente.
Oltre i moscerini. Un ruolo simile potrebbero averlo le cellule di grasso dell'uomo e di altri vertebrati: sempre più studi sostengono che queste non abbiano solo la funzione di riserve di calore ed energia, come a lungo si è pensato. Anche il fatto che siano capaci di movimento è interessante: come conclude ironicamente Paul Martin, tra gli autori: «Ci sono diverse persone su questo pianeta che vorrebbero che le loro cellule di grasso si spostassero da una parte all'altra del corpo».