Diagnosticare l’Alzheimer con un videogioco. Uno strano modo di monitorare la salute del nostro cervello? Forse. Eppure è quanto hanno provato a fare all’Oregon Center for Aging and Technology di Portland (Oregon, Usa). Gli scienziati infatti hanno sottoposto una serie di pazienti a partite di FreeCell, il celebre solitario di Windows. Secondo gli studiosi questo gioco è particolarmente indicato a far emergere lievi ma preoccupanti sintomi di regressione delle facoltà intellettive e di questa grave malattia degenerativa del sistema nervoso.
Giocare d’anticipo
Da tempo la scienza sta cercando di mettere a punto test diagnostici in grado di scovare i primi sintomi del morbo di Alzheimer. Sapere in largo anticipo se il paziente si sta ammalando potrebbe infatti essere utile a pianificare per tempo le necessarie cure, così da limitare i danni della malattia. Il fatto è che i sintomi iniziali dell’Alzheimer, all’apparenza innocui cali dei rendimenti cognitivi, sono poco decifrabili e gli esami attualmente impiegati (risonanze magnetiche e test di memoria) non sono del tutto affidabili.
Strategie di gioco
Durante lo studio, durato una ventina di giorni, nove anziani si sono prestati a giocare tra le 30 e le 50 partite di FreeCell a settimana. Per ogni partita un computer stabiliva la soluzione più semplice e ne valutava il grado di affinità con le mosse del giocatore. Risultato: i soggetti a cui erano già stati diagnosticati i sintomi iniziali della malattia risultavano mediamente meno bravi degli altri giocatori.
Curarsi con un solitario
Rimane però da stabilire un ultimo dettaglio: oltre a essere impiegato come strumento di diagnosi, FreeCell potrà essere un’utile terapia? Alcuni produttori di videogame ci hanno già pensato e hanno messo sul mercato giochi destinati alla riabilitazione cognitiva delle persone anziane. Adesso si tratta solo di capire fino a che punto un videogioco può avere anche un impiego clinico.
(Notizia aggiornata al 27 luglio 2006)