Cosa succede nel nostro cervello quando si è bevuto qualche bicchiere di troppo? Alcuni scienziati statunitensi hanno fatto un esperimento e hanno scoperto che...
Quando si alza troppo il gomito per il nostro cervello è tutto lavoro extra |
Lo hanno scoperto all'università di Dartmouth, nel New Hampshire (Usa), dove alcuni ricercatori per la prima volta hanno sottoposto cervelli "ebbri" all'occhio elettronico dei sistemi di brain imaging (risonanza magnetica per immagini) per osservarne il funzionamento in tempo reale.
Coordinamento scoordinato. Durante l'esperimento gli scienziati hanno osservato che l'alcool è in grado di rallentare la comunicazione tra le aree frontali e parietali della corteccia cerebrale, responsabili della percezione visiva e dei movimenti. Questo significa che il primo effetto del fatidico "bicchiere di troppo" è l'incapacità di coordinare correttamente il nostro corpo per reagire prontamente agli stimoli esterni.
Brilli per la scienza. Studiare il cervello sotto l'effetto dell'alcool non è stato poi così difficile per i ricercatori di Dartmouth che hanno semplicemente dovuto "convincere" alcuni ragazzi tra i 21 e i 25 anni a bere qualche bicchiere.
La risonanza magnetica ha permesso di osservare il comportamento di alcune aree cerebrali, quelle responsabili del coordinamento visuo-motorio, mentre i volontari portavano a termine compiti in cui vista e movimenti corporei erano fondamentali. In caso di ebbrezza, si è visto, il nostro cervello deve sobbarcarsi un complesso lavoro per compensare gli errori di percezione causati dall'alcool, correggendo i comandi impartiti alle aree della corteccia che coordinano i movimenti del corpo.
Tutta una questione di feedback. «Sapevamo già che l'alcool ha un effetto globale sul cervello - ha dicharato John D. Van Horn, il principale autore dello studio - questa ricerca ha però permesso di comprendere l'effetto degli alcolici sulle aree destinate al coordinamento motorio. Le difficoltà di movimento che sperimentiamo dopo un paio di drink sarebbero dovute proprio a un insufficiente feedback tra le parti del cervello destinate ad aggiornare le proiezioni mentali dei movimenti corporei».
(Notizia aggiornata al 4 maggio 2006)