Salute

La nicotina ti controlla anche perché ci credi

Nella battaglia contro la dipendenza da fumo di sigaretta, il nostro cervello gioca un ruolo ancora più cruciale di quanto si credesse.

Convinzione e forza di volontà non entrano in gioco soltanto quando si decide di smettere di fumare: avrebbero infatti un ruolo chiave anche nel determinare la dipendenza da nicotina.

Secondo un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry, per funzionare, la nicotina ha "bisogno" che si creda nel suo effetto di immediata soddisfazione; i fumatori che pensano di non aver fumato nicotina non traggono dalla sigaretta alcun piacere.

Tiri diversi. Un team di ricercatori dell'University College London e del Virginia Polytechnic Institute ha monitorato in risonanza magnetica funzionale (fMRI) l'attività di 24 fumatori cronici che avevano appena finito una sigaretta. Ogni volontario è stato osservato quattro volte, ma soltanto in due casi ha fumato vere sigarette. In queste due situazioni, una volta è stato avvertito della presenza di nicotina nella sigaretta, l'altra ha creduto di fumare una vera sigaretta, ma senza nicotina.

L'importanza di sapere. Le due vere sigarette erano identiche, ma soltanto quando i fumatori hanno creduto di aspirare nicotina si è vista una forte attivazione dell'insula, un'area cerebrale implicata nel desiderio delle sostanze che creano dipendenza. Le finte sigarette non hanno suscitato alcuna soddisfazione, indipendentemente dalle informazioni sul loro contenuto.

Circolo vizioso. La nicotina è così pericolosa perché la sua assunzione stimola un intenso rilascio di dopamina, che attiva il circuito del piacere nel cervello: il fumatore desidera questa sensazione, fa di tutto per soddisfarla, infine la vuole ancora. Quando manca il desiderio di averla perché si crede non ci sia nicotina, questo circuito si interrompe. La scoperta potrebbe servire a trovare più efficaci rimedi antifumo, che sfruttino il potere di suggestione del fumatore.

14 settembre 2016 Elisabetta Intini
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