Salute

La gravidanza richiede molte più energie di quanto si pensasse

Il dispendio energetico dalle future madri per sostenere il loro corpo in gravidanza è molto più elevato di quello richiesto direttamente dal feto.

Chiunque sia stata incinta potrà confermare: servono molte energie per far crescere un bambino - anche prima di metterlo al mondo. Ma quante, esattamente?

Un team di scienziati australiani l'ha calcolato per la prima volta: i 9 mesi di gravidanza degli umani comportano un dispendio energetico di quasi 50.000 kcal o Calorie (con la "C" maiuscola, l'energia che un cibo libera quando viene "bruciato"). Il 90% di questo dispendio energetico è investito in costi indiretti: non serve, cioè, direttamente ad alimentare il feto, ma a sostenere il corpo della donna che lo sta portando in utero. La ricerca è stata pubblicata su Science.

Una culla che costa. Il valore trovato è molto più alto dei precedenti, perché finora si pensava che la parte maggiore delle energie coinvolte nella riproduzione finisse nei tessuti del feto, che è relativamente piccolo. Dustin Marshall, biologo evolutivo della Monash University di Melbourne, ha scoperto che in realtà l'energia stipata nei tessuti dei feti umani corrisponde solo al 4% dell'intero dispendio energetico della gravidanza. Il rimanente 96% se ne va per sostenere i cambiamenti del corpo della madre.

Rifare i conti. Nella sua carriera accademica Marshall, esperto di metabolismo, ha costruito un archivio dell'energia consumata da decine di specie animali nel corso delle loro vite. Dai dati emerge chiaramente che la maggior parte delle femmine deve sostenere non solo il proprio corpo, ma investire energie aggiuntive per i nascituri. Tuttavia, le stime di quante energie esattamente richiedesse la riproduzione non erano affatto convincenti.

Il team ha esaminato la letteratura scientifica per provare a ricostruire i costi energetici della riproduzione per 81 specie animali, dai serpenti, alle capre, fino all'uomo. Gli scienziati hanno cercato informazioni sulla quantità di energia immagazzinata nei tessuti dei nascituri e sui ritmi metabolici delle femmine durante la riproduzione, calcolabili dalla misurazione del loro consumo di ossigeno.

Che cosa fa la differenza? Le dimensioni di un animale hanno un ruolo importante sull'energia totale necessaria alla riproduzione - al rotifero, una creatura acquatica microscopica, basta meno di un milionesimo di una Caloria). Ma anche il tipo di metabolismo è importante: gli animali a sangue caldo come i mammiferi usano tre volte l'energia degli animali a sangue freddo come i rettili, proprio perché devono mantenere una temperatura corporea stabile anche quando all'esterno fa freddo.

Il corpo come casa. In molte specie, i costi energetici indiretti della gravidanza superano di gran lunga quelli diretti, e nei mammiferi, questa sproporzione raggiunge i suoi estremi: come racconta un articolo sul New York Times, in media solo il 10% dell'energia che una femmina di mammifero usa in gravidanza va direttamente nel feto.

In parte questo surplus di energia necessario al corpo della madre è spiegato dalla necessità di accogliere e sostenere il corpo che cresce del feto fino alla fine, senza poterlo espellere rapidamente come fanno gli animali che depongono le uova. Inoltre la maggior parte dei mammiferi costruiscono la placenta per trasferire nutrienti ai figli.

Ci ho messo così tanto... In generale, questo investimento astronomico di risorse potrebbe anche spiegare perché i mammiferi si dedichino così a lungo alla cura dei piccoli anche dopo che sono nati. Quanto a noi, il sospetto è che le femmine umane abbiano un dispendio energetico così elevato proprio per la lunga durata della loro gravidanza. 

1 giugno 2024 Elisabetta Intini
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