Una giacca capace di rilevare più rapidamente di un medico i sintomi della polmonite, e fornire una diagnosi tempestiva: l'ha ideata Olivia Koburongo, una 26enne dell'Uganda, insieme al connazionale Brian Turyabagye, 24enne ingegnere delle telecomunicazioni.
Tutto in uno. Si chiama "Mama-Ope" e, indossata, rileva con una serie di sensori i suoni e il ritmo del respiro dei pazienti, nonché la loro temperatura corporea. Come uno stetoscopio e un termometro messi insieme, ma senza che sia necessaria la presenza fisica di un medico.
Connessa. I dati sono poi inviati, via Bluetooth, a un'app per cellulare che confronta i sintomi con i parametri noti, e stima la gravità della malattia. I dottori possono così monitorare la situazione da remoto, e intervenire tempestivamente con le giuste indicazioni. Koburongo ha ideato la giacca in seguito alla drammatica perdita della nonna, malata di una polmonite non riconosciuta e non curata in tempo.
Più rapida. La giacca intelligente, che è per ora solo un prototipo, permette così diagnosi tre volte più veloci e riduce il margine di errore umano, in un paese in cui il rapporto medici pazienti è 1 a 24 mila e in cui 24 mila bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno a causa della polmonite.
La patologia è infatti spesso confusa con malaria o tubercolosi, e il tempo che si perde è così sottratto a quello - prezioso - delle cure. I due giovani stanno ora lavorando per brevettare l'invenzione, che potrebbe essere distribuita prima nei grandi ospedali, e poi in quelli più remoti.