Salute

La crisi sanitaria per la guerra a Gaza durerà decenni

Salute mentale, disabilità, malnutrizione e infezioni continueranno a perseguitare la popolazione di Gaza anche dopo un eventuale cessate il fuoco.

Dal 7 ottobre 2023, quando i militanti di Hamas hanno invaso Israele e ucciso oltre 1.000 civili, i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza hanno provocato oltre 30.000 vittime e ferito almeno 72.000 persone, distrutto case, ospedali e infrastrutture e reso quasi impossibile l'invio di aiuti umanitari. Eppure c'è il rischio che la strage consumata fin qui non sia che l'inizio di una catastrofe sanitaria che potrebbe durare decenni.

A lanciare l'allarme è un articolo pubblicato sul New Scientist, secondo il quale nessuna, tra le principali organizzazioni umanitarie internazionali contattate dal settimanale scientifico, dispone al momento di piani a lungo termine concreti per rispondere alle necessità mediche della popolazione.

In trappola. La mancanza di pianificazione dipende principalmente dalla portata del disastro umanitario che si sta consumando a Gaza. Più di tre quarti dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia, per la metà bambini, sono al momento sfollati internamente, ammucchiati in una delle aree più densamente abitate al mondo (5.749 abitanti per km quadrato), senza accesso a cibo e medicinali, con meno di un litro d'acqua al giorno per bere o lavarsi, senza accesso a servizi igienici o di rimozione dei rifiuti. 

Malattie diarroiche. Come si può immaginare le infezioni sono estremamente diffuse. Secondo un'indagine citata dall'OMS e svolta tra dicembre e gennaio, il 90% dei bambini sotto i 5 anni aveva almeno una malattia infettiva in corso e il 70% aveva sofferto di diarrea nelle due settimane precedenti. Questi dati non includono le centinaia di migliaia di persone che non vivono in un centro rifugiati.

Una generazione alla fame. Due terzi delle famiglie riescono a mettere insieme solo un pasto al giorno e un quarto della popolazione è a rischio imminente di fame e malnutrizione. Nel nord della Striscia di Gaza, un bambino sotto i due anni su 6 soffre di malnutrizione acuta, una condizione che indica il divario tra l'assunzione e il fabbisogno di energia e nutrienti. La malnutrizione acuta arresta la crescita staturale, crea una risposta immunitaria insufficiente, pregiudica lo sviluppo cognitivo e causa un rischio di morte 11 volte superiore rispetto alla norma.

Questa condizione ha inoltre conseguenze che si protraggono da una generazione all'altra, senza contare che a Gaza almeno 60.000 donne in gravidanza stanno patendo la fame e la disidratazione. Già prima del 7 ottobre, 1,6 milioni di persone a Gaza aveva necessità critiche di aiuti umanitari perché in condizione di insicurezza alimentare, la carenza di cibo continua, ma senza sapere per quanto tempo ancora.

Il problema della malnutrizione. Come ha spiegato al New Scientist Tanya Haj-Hassan di Medici Senza Frontiere, «i bambini malnutriti sono più suscettibili alle infezioni che danneggiano il rivestimento dell'intestino, rendendo difficile l'assorbimento dei nutrienti. Di conseguenza diventano più malnutriti, più immunocompromessi, in un circolo vizioso che porta rapidamente alla morte».

Disabilità permanente. Secondo l'Unicef, da dicembre 2023 più di un bambino al giorno ha perso una o entrambe le gambe a causa dei bombardamenti israeliani, e senza farmaci, corrente, macchinari, con solo 18 ospedali su 40 funzionanti al 21 febbraio 2024, non è possibile curarsi in alcun modo. Eccole dunque, le premesse per una crisi sanitaria che continuerà anche se si dovesse raggiungere in breve un cessate il fuoco. Anche se le conseguenze peggiori riguarderanno la salute mentale dei sopravvissuti.

Cicatrici invisibili. Ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, pensieri suicidari, sono condizioni che, senza interventi immediati, creeranno nei bambini di Gaza problemi che si protrarranno in età adulta: crescendo, chi sopravvive a traumi di questa portata sperimenta un rischio aumentato di altri disturbi mentali gravi, di abuso di alcol e droghe, di tentativi di suicidio, cancro e malattie cardiache, di disturbi dell'apprendimento.

Come proseguire? Al momento l'OMS sta lavorando a piani per provvedere ai bisogni sanitari della popolazione a Gaza da aprile 2024 a fine anno, ma sui progetti pesa l'incertezza sul proseguimento dell'azione militare, e su chi governerà Gaza alla fine del conflitto.

15 marzo 2024 Elisabetta Intini
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