Il virus dell'influenza aviaria colpisce anche i gatti, ma sembra non trasmettersi poi all'uomo. Dai maiali il rischio più pericoloso per l'uomo.
Il virus dell'influenza utilizza la cellula ospite per replicare il proprio patrimonio genetico. Se una cellula viene simultaneamente infettata da due ceppi diversi (genoma blu e genoma arancione a destra e centro), l'RNA virale si ricompone e forma un nuovo virus (genoma blu e arancione, a sinistra). Ciò può avvenire nel maiale che si infetta con i due virus dell'influenza aviaria e umana. Lo stesso sembra non avvenire nei gatti. |
Un gruppo di ricercatori olandesi ha infatti scoperto che il virus aviario H5N1, responsabile dell'epidemia di polli, può infettare anche i gatti. Le dimensioni del contagio non fanno temere ancora una strage degli innocenti felini: i casi accertati sono soltanto 6, ma i gatti sono comunque a rischio.
Più complesse le implicazioni dal punto di vista sanitario: i gatti domestici potrebbero diventare un veicolo per trasmettere il virus tra gli allevamenti di pollame e dagli uccelli all'uomo.
Coabitare fa male. Se poi il virus aviario (H5N1) si trovasse a coabitare nella stessa cellula di un gatto infettata anche dal virus dell'influenza umana (H3N2), fra i due virus potrebbe verificarsi uno scambio di materiale genetico e il virus aviario potrebbe diventare infettante per l'uomo. Ma fortunatamente il virus dell'influenza umana non si trasmette abitualmente ai gatti.
Domande da porci. Dobbiamo dunque preoccuparci? Gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sono angosciati più che dai gatti, sono angosciati dai maiali. In quest'ultimi, infatti, i due virus, aviario e umano, possono coesistere e scambiarsi i geni che codificano le proteine di superficie (tecnicamente, envelope). Il nuovo virus che ne può derivare sarebbe quasi sconosciuto e molto contagioso e letale.
Le ultime vittime. Proprio nel mese di agosto tre persone sono morte in Vietnam di influenza aviaria. Inoltre le autorità cinesi hanno scoperto in alcuni maiali un ceppo particolarmente aggressivo del virus aviario. Un simile contagio era venuto alla luce anche nel 2001 e nel 2003, ma gli esperti internazionali non se ne erano accorti: le ricerche scientifiche che lanciavano l'allarme erano state pubblicate su riviste scientifiche scritte in cinese. Solo nell'estate di quest'anno sono state presentate in congressi internazionali.
(Notizia aggiornata al 3 settembre 2004)