Breve guida per capire quali sono i rischi dell'arrivo di animali infetti in Italia.
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La morte del cigno. Veterinari italiani analizzano alcuni cigni trovati morti a Catania. |
Infezione nei cigni migratori. Al momento il virus H5N1 ha ucciso solo 6 cigni selvatici, animali che solitamente non si fanno avvicinare. In questi, infatti, il 12 febbraio il centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria presso l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Legnaro, in Provincia di Padova, ha confermato l'infezione da virus H5N1.
Gli animali, arrivati in Italia dai Balcani per le eccezionali condizioni meteorologiche, sono stati rintracciati in Puglia (a Manduria (TA) a Torre S. Giovanni (LE)) in Calabria (a Pizzo Calabro (VV)) e in Sicilia (a Giarre e a Mascali (CT) a Marina di Melilli (SR)).
Di solito gli uccelli selvatici non si lasciano avvicinare dall'uomo. Se non fuggono è perché sono troppo deboli per farlo: meglio evitare il contatto, e chiamare piuttosto il veterinario provinciale o l'Istituto zooprofilattico regionale.
Quali gli animali a rischio? Inutile sospettare di piccioni, rondini e canarini: non sono a rischio di infezione. Su quali concentrare eventualmente l'attenzione? L'elenco dei volatili sospetti, cioè che in Europa sono stati identificati come infetti, è stata realizzata dall'l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), ed è scaricabile qui..
Da questo elenco si può dedurre quali migratori infetti potrebbero arrivare dalle vicine nazioni Europee: anatre selvatiche dalla Georgia, Aironi selvatici, oche, e galline d'acqua dalla Romania, gabbiani nella penisola di Crimea in Ucrania.
Nessuno nidifica nei tetti, e se si vogliono evitare contatti a rischio meglio rinunciare alla caccia.
Il pollo e il tacchino di allevamento sono a rischio? Quanto al consumo di carni avicole non c'è alcun rischio di trasmissione alimentare. Per tre buoni motivi:
1. Perché ogni contatto tra i polli degli allevamenti e gli uccelli migratori portatori dell'infezione in Italia è molto improbabile: i produttori hanno investito grossi capitali nei loro allevamenti e non vogliono certo metterli a repentaglio.
2. Perché il virus al momento non è presente negli allevamenti italiani. Questi sono sottoposti a controlli continui da parte dei veterinari degli istituti zooprofilattici e se comparisse causerebbe una moria di polli che non sarebbe occultabile e verrebbe immediatamente identificata dai controlli.
3. Perché nell'improbabile caso in cui un pollo infetto uscisse da questi allevamenti, la cottura distruggerebbe il virus già a 70°. Meglio invece approfittare del panico collettivo e della caduta del prezzo del pollo sul mercato.
Il pollaio di campagna. Diverso il caso dei pollai delle campagne: piccoli allevamenti casalinghi di pochi animali difficilmente controllabili in modo capillare. Se gli animali sono allevati all'aperto, senza copertura, il rischio è che un migratore infetto sorvolandoli lasci cadere del guano sul terreno dove i polli razzolano o nelle mangiatoie. E in questo caso il virus ha una via di trasmissione verso i polli. In questo caso la trasmissione dagli animali all'uomo è possibile, soprattutto per chi fa la manutenzione del pollaio e dà il mangime agli animali. Quanto al consumo, anche in questo caso la cottura eliminerebbe qualsiasi traccia di infezione.
I gatti? Sono pericolosi? I gatti possono infettarsi, come tutti i felini. Non può però infettarsi il gatto tenuto in casa e alimentato a scatolette. La produzione delle scatolette a base di carne di pollo sottopone la carne a temperature elevatissime che distruggono virus e batteri. Il gatto casalingo quindi non corre alcun rischio. Ne corre forse qualcuno di più il gatto lasciato libero. Per sua natura tende a catturare qualsiasi animale si lasci catturare. E se non c'è alcun rischio per i piccioni, può essercene per un animale malato che atterra dove può, anche sul primo tetto che incontra. Un rischio minimo, ma se non si accetta neppure il minimo rischio, meglio privare di un po' di libertà il proprio gatto.
Amelia Beltramini
(Notizia aggiornata al 14 febbraio 2006)