Milano, 6 set. (AdnKronos Salute) - Portare da Londra a Milano l'Agenzia europea del farmaco Ema è un obiettivo giusto e possibile, al quale lavorare tutti insieme. Dopo la vittoria del sì al referendum britannico sulla Brixit, "le imprese sono pronte" a fare la loro parte. "Ma il Governo faccia da regia", è l'appello lanciato oggi in un'intervista sul 'Corriere della Sera' da Diana Bracco. Prima dell'estate, la presidente e Ad dell'omonimo gruppo farmaceutico è stata scelta da tutte le associazioni imprenditoriali e le categorie riunite nella Camera di Commercio come rappresentante unico nella Cabina di regia voluta dal governatore lombardo, Roberto Maroni, e dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per avanzare all'Ue la candidatura meneghina.
"Dobbiamo fare sistema - avverte Bracco - lavorare insieme pensando che questo obiettivo sia condiviso a tutti i livelli e non ci siano altre ipotesi in campo, perché in questo modo ci indeboliremmo a vicenda". Si tratta infatti di una "decisione innanzitutto politica - precisa - e quindi è fondamentale che la candidatura" di Milano "non venga rallentata da incertezze di governance o da altre candidature che ogni tanto pare stiano per farsi avanti nel nostro Paese. Nefasti derby tra città - ammonisce l'imprenditrice - porterebbero a una sicura sconfitta di tutti: invece dobbiamo seguire il modello Expo". Un gioco di squadra che si è rivelato vincente, ricorda.
Il capoluogo lombardo ha tutti i numeri per ospitare l'Ema in cerca di una nuova casa. Da un lato "l'area di Milano è la più qualificata regione scientifica italiana - sottolinea Bracco - nella quale ha luogo circa un quarto delle ricerche scientifiche e tecnologiche del Paese". Inoltre "la Lombardia è una delle principali aree di concentrazione dei centri di ricerca in Italia e nel biotech: sono lombarde 13 su 37 imprese del farmaco biotech e 7 delle 13 officine nazionali autorizzate alla produzione di medicinali per le terapie avanzate, di cui 4 solo a Milano. Senza contare il fatto che il sistema sanitario lombardo e i centri universitari e di ricerca sono modello di eccellenza in Italia e in Europa".
Traslocando a Milano, poi, "l'Ema potrebbe entrare in sinergia con l'Agenzia europea del food" Efsa "ospitata a Parma". E "noi sappiamo che Bruxelles premia la capacità di far lavorare due strutture in raccordo, anche per una questione di soldi che si possono risparmiare - evidenzia Diana Bracco - Inoltre, fra i temi del farmaco e del cibo può esserci una grande condivisione tematica e operativa: questi due settori in Cina, in India e anche negli Stati Uniti sono già oggi coperti da un unico ente regolatorio".
Anche nella Penisola "potrebbe così nascere una sorta di Fda europea - ribadisce l'imprenditrice - il polo europeo dedicato alla tutela della sicurezza alimentare, farmaceutica e delle biotecnologie".
Un altro vantaggio dell''ipotesi Milano' per l'Ema è il progetto dello Human Technopole. "Se prenderà forma, come auspico, l'idea di collocare sull'area ex Expo questo modernissimo centro di ricerca sulle scienze della vita - osserva Bracco - potremo trovare moltissimi collegamenti con l'Agenzia che sfrutterà le nuove competenze su temi come le biotecnologie, la genomica, l'oncologia e molto altro ancora".
Ma a che punto è la candidatura meneghina? "Come imprese stiamo lavorando con un gruppo misto, con rappresentanti delle istituzioni e con consulenti esterni", risponde. "Vogliamo proporci come punto di attrazione per tutti i circa 700 ricercatori che oggi sono all'Agenzia del farmaco a Londra". In calendario ci sono già almeno 2 date chiave: "Venerdì abbiamo una riunione con il presidente Maroni e il 13 settembre arriva il premier Matteo Renzi a Milano. Spero si parli anche di questa opportunità e di come il Governo intenda supportarla. Noi ce la stiamo mettendo tutta", conclude, "ma dobbiamo davvero fare in fretta perché la concorrenza è agguerrita".