Dopo l'opzione Street View, che permette orma di esplorare quasi ogni angolo del pianeta stando seduti davanti al pc, in futuro sulle mappe di Google si potrà anche conoscere qual è il grado di inquinamento dei luoghi che cerchiamo.
Partnership ambientale. Aclima, un'azienda che sviluppa sensori per il monitoraggio della qualità dell'aria, ha infatti ufficializzato il suo accordo di collaborazione con il colosso di Mountain View. L'obiettivo della partnership è dotare le auto di Google, che già scattano foto per le strade del mondo, di specifici strumenti che misurano la presenza di inquinanti in atmosfera. In futuro, i dati sulla qualità dell'aria potranno così accompagnare le immagini del luogo che stiamo osservando tramite Google Earth.
Test preliminari. Questo progetto è in realtà in pista già da agosto del 2014, quando Google ha testato i dispositivi di Aclima su tre macchine mandate a girare per Denver (l'esperimento è stato realizzato in collaborazione con la Nasa e l'Environmental Protection Agency). Durante le 750 ore di guida, le auto hanno raccolto circa 150 milioni di dati, rilevando la percentuale quotidiana di anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, monossido di azoto e altri inquinanti atmosferici.
Sulla mappa qui sotto possiamo ad esempio vedere la distribuzione del diossido di azoto (NO2), un gas fortemente irritante, ritenuto cancerogeno, prodotto nei processi di combustione ad alte temperature. Sulla mappa, più sono grandi gli esagoni, maggiore è la concentrazione della sostanza nociva, misurata in ppb (parti per miliardo, un milligrammo per tonnellata).


Informazioni utili a tutti. A chi serviranno questi dati? «Se tuo figlio è asmatico, con queste informazioni potrai programmare meglio i tuoi spostamenti», spiega Karin Tuxen-Bettman, di Google. «E se fai parte delle istituzioni locali puoi riflettere su quali piccoli cambiamenti mettere in atto per migliorare la qualità dell'aria, mentre se sei uno scienziato puoi usare questi elementi per realizzare modelli e fare ricerca.»
Ecco il video pubblicato da Aclima che spiega, in inglese, il lavoro svolto a Denver.