Se avete l'impressione che il virus che avete preso si sia portato via oltre alle energie anche il vostro buon umore niente paura: sentirsi svogliati, inappetenti, deconcentrati, solitari, persino ansiosi o depressi è piuttosto normale, durante un'infezione. Ma da cosa dipende? Un indizio: ancora una volta, c'è lo zampino del sistema immunitario.
Invasione in corso! Come spiega un articolo pubblicato su The Conversation, questa ondata di malumore non è tanto legata al patogeno in sé, quanto alla reazione del sistema immunitario all'invasione di virus o batteri. In particolare, è dovuta al lavoro delle citochine pro-infiammatorie, proteine-segnale che funzionano come mezzo di comunicazione tra le cellule immunitarie, e tra esse e vari organi del corpo umano.
Quando questo tipo di messaggero raggiunge il cervello, è capace di modificare l'attività di molte delle sue strutture e anche di spingerci a comportarci diversamente: ci lamentiamo della fatica e del dolore, non riusciamo a concentrarci, ad apprendere e ricordare, respingiamo le interazioni sociali e diventiamo ultrasensibili agli stimoli negativi. Se l'infezione prosegue, e negli individui più vulnerabili, questo malessere può sfociare in episodi di ansia o depressione.
Ammalati per la scienza. Il fatto che sia il sistema immunitario e non l'azione di virus come quello dell'influenza a causare il calo dell'umore è stato dimostrato anche in via sperimentale. Gli scienziati dell'Ospedale Universitario di Essen, in Germania, hanno iniettato in un centinaio di volontari un liposaccaride, un componente della membrana del batterio Escherichia Coli che il sistema immunitario umano riconosce come ostile.
Voglio solo il mio letto... Le citochine dei volontari si sono scatenate in tutto il corpo come durante le vere infezioni, anche in assenza di un vero patogeno, e hanno raggiunto il loro cervello dove hanno innescato una serie di malesseri tipicamente influenzali. I volontari hanno lamentato un senso di affaticamento, il desiderio di tornare a casa, il disinteresse per una serie di attività proposte oltre a una serie di dolori. Benché nessuno lo fosse prima dell'esperimento, alcuni di loro si sono detti ansiosi o depressi.
Abbattuti a fin di bene. Poiché non c'era un'infezione vera e propria in corso, la produzione di citochine è durata solo 5-8 ore, e anche il senso di malessere e il cattivo umore sono svaniti in questo arco di tempo. Ma perché ci sentiamo a pezzi sotto ogni punto di vista durante un'infezione? Una spiegazione c'è e, che ci piaccia o no, avviene per il nostro bene.
Adesso riposa. Combattere un patogeno richiede molte energie, e l'unico modo che l'organismo ha per riuscirci - e per tollerare i disturbi collaterali incuso il rialzo della temperatura - è concentrare tutte le risorse che ha in questa lotta, riducendo drasticamente l'attività negli organi in cui non è necessaria. Il senso di malessere che proviamo durante un'influenza è il modo in cui il sistema immunitario si assicura che non ci perdiamo in passatempi non necessari, in un periodo di tempo in cui all'organismo serve assoluto riposo.
Vita ritirata. Sentirci ko garantirà che non facciamo sforzi fisici o cognitivi eccessivi, e le sensazioni di ansia, depressione e voglia di stare soli eviteranno la ricerca di occasioni di socialità. Questa pausa momentanea, che accomuna tutti i mammiferi quando non stanno bene, sarà alla lunga benefica per l'organismo, e permetterà una più veloce guarigione.