La campagna di vaccinazioni contro l’influenza è nel suo pieno. Che a vaccinarsi sia un uomo o una donna, un anziano o una persona giovane, magra o grassa, sana o immunodepressa, il vaccino è sostanzialmente lo stesso. Da tempo, però, i ricercatori stanno lavorando per “personalizzarli”, con lo scopo di provocare la reazione immunitaria più appropriata per categorie diverse per età, sesso e stato di salute.
Virus uccisi o indeboliti. Un passo avanti in questa direzione è arrivato da uno studio di ricercatori americani. Il gruppo di Nicholas Wohlgemuth, alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, è partito da un particolare tipo di vaccino: quello vivo attenuato, costituito dal virus influenzale intero ma in forma indebolita, in grado comunque di stimolare la risposta immunitaria. Questo tipo di vaccino non viene usato comunemente perché ritenuto meno efficace, mentre quelli prevalentemente utilizzati, anche da noi, sono i cosiddetti vaccini inattivati che sono costituiti da parti di virus o dal virus intero reso incapace di replicarsi.
Immunizzazione personalizzata. I ricercatori si sono concentrati su una particolare mutazione del virus presente nel vaccino vivo attenuato, agendo sulla quale il virus si replica più o meno velocemente. Sfruttando proprio quell’“interruttore”, secondo loro, si potrebbe o aumentare la virulenza del microrganismo, e mettere a punto vaccini che stimolano una risposta immunitaria più robusta adatta alle persone sane, oppure indebolirla, in teoria per chi ha qualche forma di compromissione del sistema immunitario.
Saranno necessari anni prima che un vaccino personalizzato di questo genere venga messo a punto, ma gli esperti sottolineano che avere vaccini specifici per le diverse categorie potrebbe essere particolarmente importante in caso di future, tenute pandemie.
Cittadini sentinelle. In tema di influenza, un altro aspetto su cui si concentrano gli sforzi è quello delle previsioni e del monitoraggio dell’andamento della stagione.
In Italia, oltre al sistema ufficiale di controllo svolto dall’Istituto superiore di sanità, è entrato in funzione da alcuni anni (ed è appena ripartito per questa stagione), un sistema di sorveglianza “partecipativo”, in cui i dati sull’andamento e la diffusione del virus influenzale vengono forniti dai cittadini.
Influweb, così si chiama il sistema, si basa sulle segnalazioni di migliaia di volontari che ogni settimana danno notizie sulle proprie condizioni di salute tramite un’applicazione dedicata, che può essere usata sia dal computer sia dallo smartphone.
Gli anni scorsi questo sistema, che è in vigore da dieci anni ed è curato dalla Fondazione ISI di Torino, ha permesso di anticipare l’evoluzione dei virus influenzali.
Chi voglia partecipare può iscriversi sul sito dedicato.