Per mettere a centro il loro obiettivo - contagiarci - i virus dell'influenza non hanno bisogno di provenire direttamente dalle vie respiratorie di un paziente infetto. Si propagano efficacemente anche attraverso polveri, fibre e altre invisibili particelle sospese nell'aria, come si sostiene in uno studio pubblicato su Nature Communications che potrebbe avere risvolti interessanti anche per quanto riguarda la trasmissione del SARS-CoV-2, il coronavirus della covid.
Tutte le strade portano all'uomo. La trasmissione aerea dei virus influenzali avviene mediante le goccioline più o meno sottili emesse con tosse, starnuti e normale conversazione. Un secondo tipo di contagio a cui è stato dato molto risalto durante la pandemia di CoViD-19 è quello attraverso superfici come tavoli, scrivanie e maniglie delle porte, toccate con le stesse mani che hanno soffiato un naso o attutito un colpo di tosse: gli epidemiologi chiamano fomiti questi oggetti inanimati potenzialmente contaminanti. Quella esplorata dalla nuova ricerca è una "terza via" che coinvolge le polveri, le particelle di pelle-pelo e gli altri microscopici frammenti inalabili presenti nell'aria: trattandosi di parti volatili di superfici potremmo chiamarli fomiti aerosol o aerosolizzati.
Diffusori inconsapevoli. Gli scienziati hanno spalmato particelle di virus influenzali sulla pelliccia di alcuni porcellini d'India non infetti, e hanno poi misurato con strumenti specifici il numero di particelle diffuse nell'aria dai roditori in movimento. Pur avendo soltanto il pelo contagiato, gli animali potevano emettere, muovendosi, fino a 1.000 particelle di sporco al secondo: queste polveri si sono dimostrate in grado di veicolare i virus ad altre cavie anche se non provenivano direttamente dal tratto respiratorio degli animali.
Non aprite quel cestino! Anche gli oggetti inanimati possono emettere particelle infestanti. In un secondo esperimento, il team ha sporcato fazzoletti di carta con virus influenzali e li ha poi lasciati asciugare. Le fibre sgualcite di cellulosa hanno rilasciato 900 particelle di polveri al secondo, delle dimensioni giuste per essere inalate. Queste stesse micro particelle cariche di virus sono in grado di infettare cellule animali, affermano i ricercatori.
Virus influenzali di diverso ceppo e coronavirus come il SARS-CoV-2 potrebbero comportarsi diversamente, ma la questione non è da sottovalutare: il modello di trasmissione del virus della covid ha ancora contorni incerti, anche se l'ipotesi di una sua diffusione nell'aria anche mediante goccioline respiratorie sottili sta prendendo sempre più corpo. Inoltre, le aree ad alta concentrazione di polveri sottili come la Pianura Padana parrebbero interessate da forme più serie di CoViD-19, anche se finora non sono state trovate prove di un ruolo dell'aria inquinata nella diffusione del virus.