L'influenza aviaria è una malattia degli uccelli selvatici ma colpisce anche molte specie di uccelli domestici, tra cui polli, anatre, tacchini e oche. È provocata da virus dell'influenza di tipo A ed esistono diversi sottotipi di virus influenzali che possono infettare gli uccelli, in particolare quelli acquatici.
UOMO: CASI RARI. È bene subito chiarire che l'influenza aviaria colpisce di rado l'uomo, anche ci sono stati, negli anni, rari casi di infezione che si sono verificati a causa del contatto diretto con volatili malati o morti che hanno trasmesso il virus attraverso la saliva, il muco e le feci. Il virus, infatti, può infettare le persone attraverso gocce disperse nell'aria e mediante polveri respirate; oppure, contaminando oggetti o superfici toccati dall'uomo - che non indossa opportune protezioni tipo i guanti o mascherine- e poi si contagia toccando le cose infette con le mani la bocca, gli occhi o il naso.
Quando i virus dell'influenza aviaria infettano le persone, vi sono sintomi più o meno evidenti che riguardano soprattutto - ma non solo - le vie respiratorie: febbre e tosse, di solito, ma anche polmonite, grave difficoltà respiratoria e, nei casi peggiori, la morte.
I Paesi più colpiti dalla diffusione del virus sono Cina, Indonesia, Egitto e Vietnam, dove il pollame vivo venduto nei mercati all'aperto in condizioni di sovraffollamento e di igiene precaria, rappresenta un'importante rischio di diffusione della malattia.
In Italia. Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, dal 1999 ad oggi, in Italia, si sono verificate diverse epidemie di influenza aviaria in polli e tacchini, ma non vi sono stati casi gravi tra i lavoratori degli allevamenti infetti. In ogni caso, il Ministero della Salute ed il Centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria hanno predisposto da tempo procedure di pulizia e disinfezione per contenere i focolai negli allevamenti di pollame in cui sono comparsi animali infetti e per controllare il personale addetto alla manutenzione degli allevamenti.
Misure preventive. L'influenza aviaria non si trasmette attraverso il cibo cotto: se la cottura di uova e pollame raggiunge una temperatura interna di almeno 74°C, il consumo è sicuro. Come raccomanda l'ISS, le misure preventive da seguire in presenza di focolai di influenza aviaria sono le seguenti:
1 - nei Paesi a rischio, evitare di passare e sostare in mercati o allevamenti in cui siano presenti animali vivi
2 - evitare il contatto con superfici contaminate da escrementi di uccelli o da attività di macelleria
3 - evitare il contatto con gli uccelli, vivi o morti
4 - non mangiare carne di pollame o uova poco cotte
5 - usare utensili diversi per carne cotta e cruda nella preparazione del cibo
6 - lavare frequentemente le mani con un detergente
Per maggiori informazioni: FAQ - Influenza aviaria: aspetti sanitari e sicurezza degli alimenti