Salute

Le industrie dello zucchero hanno mentito come quelle del tabacco?

Secondo uno studio, l'industria dello zucchero americana mise in atto una strategia sistematica per distogliere l'attenzione dalla ricerca sul ruolo dello zucchero nello sviluppo della carie dei denti.

Lo zucchero favorisce la carie dei denti: era ben noto e riconosciuto fin dagli anni '50, e per distogliere l’attenzione dai programmi per limitarne il consumo - pericolosi per i suoi interessi - l’industria dello zucchero dirottò l’attenzione su altri modi di prevenzione della carie. Un po’ come l’industria del tabacco ha fatto con i danni del fumo.

È la ricostruzione fatta da alcuni ricercatori dell’Università della California a San Francisco in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine.

Dolci questioni. Proprio di questi tempi si torna a parlare del consumo di zucchero nella dieta: l’Organizzazione mondiale della sanità ha rilasciato in bozza delle linee guida secondo cui la quota derivante dagli zuccheri aggiunti ai cibi non dovrebbe superare il 10% – meglio se il cinque - delle calorie giornaliere.

Da più parti c’è stata una levata di scudi contro queste raccomandazioni che - secondo i detrattori - non sarebbero basate su basi scientifiche solide. Contemporaneamente - e nella direzione opposta - sono stati notati tentativi di interferenze condotti dall’industria alimentare.

Ma l’opposizione agli interventi che mirano a ridurre il consumo di zuccheri nella dieta per esigenze di salute pubblica non è una novità, a quanto pare.

Interferenze. Nel 1966, come illustra l’articolo, il National Institute of Dental Research americano aveva pianificato un programma di ricerche sui migliori interventi per eliminare il problema della carie, e poi aveva lanciato un programma per metterlo in pratica. La reazione a questa “minaccia” non si fece attendere, stando alla ricostruzione dei ricercatori, basata su documenti storici. Studiando oltre 300 lettere, trascrizioni e altri documenti interni all’industria dello zucchero dal 1959 al 1971, secondo i ricercatori ci fu un tentativo sistematico di orientare gli interventi di sanità pubblica in materia di prevenzione della carie.

Enzimi, vaccini, dentifrici al fluoro ... Per non far passare misure dirette a limitare il consumo di zuccheri, l’industria, attraverso un’azione di lobby, cercò di far passare l’idea che la prevenzione della carie dovesse passare per interventi per ridurre i danni dello zucchero.

Invece di prevenire le carie con minore consumo di zuccheri, l'industria stimolò gli interventi sui danni dello zucchero.

Vennero per esempio finanziate ricerche su enzimi che agissero disgregando la placca dentale e gli studi sui vaccini contro la carie, oppure sull'uso di dentifrici al fluoro.

La maggioranza delle indicazioni provenienti dall’industria dello zucchero furono incluse tali e quali nell’agenda delle linee di ricerca promosse dal National Institute of Dental Research.

In questo contesto, vennero invece del tutto trascurati gli studi su quali categorie di cibi fossero più dannose per i denti e quali alimenti specifici aumentassero il rischio di carie.

sulle stesse orme. Secondo i ricercatori la strategia dell’industria dello zucchero ricorda quella, ormai molto più studiata, dell’industria del tabacco, che probabilmente prese a modello proprio le tattiche di questa “battaglia” per allontanare la minaccia incombente delle campagne contro il fumo.

12 marzo 2015 Chiara Palmerini
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