Roma, 6 nov. (AdnKronos Salute) - Gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese sono quasi 40 milioni, di cui circa un decimo (4 mln) riguardano la popolazione pediatrica. A Roma in occasione della III Giornata internazionale di Fisica medica, gli esperti hanno analizzato i rischi e i benefici derivanti dalle procedure radiologiche. "L’eccessiva esposizione alle radiazioni ionizzanti potrebbe comportare effetti dannosi alla salute nel lungo periodo - ricordano gli specialisti - i bambini sia per una maggiore radiosensibilità che per una maggiore aspettativa di vita rispetto a un adulto, possono essere più facilmente soggetti al danno. Per questi motivi devono venir tutelati e sottoposti ad esami con tecniche a basse dosi allo scopo di minimizzare il rischio".
La tavola rotonda, 'La corretta informazione del rischio/beneficio nell’uso medico delle radiazioni in età pediatrica', è stata promossa e organizzata dall’Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm), all'interno dei festeggiamenti per la III Giornata internazionale di fisica medica che si celebra domani in tutto il mondo. L’incontro, moderato da Luisa Begnozzi, presidente Aifm, ha visto la partecipazione della Società Italiana di Pediatria (Sip), l'Associazione Italiana di Medicina Nucleare, la Società Italiana di Radiologia Medica. Stati presentati anche i risultati di un questionario somministrato ai soci Sip nell’ambito del progetto 'Radiazioni in pediatria' lanciato lo scorso giugno dalle tre società scientifiche, per verificare il livello di conoscenza dei pediatri in materia di radioprotezione.
Più della metà dei pediatri intervistati ha appreso nozioni di radioprotezione soltanto durante gli studi universitari o della specializzazione. Il 91% "è fortemente interessato ad approfondire la tematica non solo in ambito pediatrico ma anche circa il periodo prenatale". Dal questionario è inoltre emerso che il 41% dei pediatri nell’ultimo anno "non ha informato il paziente sui rischi connessi ad una determinata procedura radiologica, segno forse - rimarcano gli esperti - proprio di una scarsa conoscenza delle questioni relative alle dosi di radiazioni ionizzanti somministrate durante l’esecuzione di esami radiologici".
Ma cosa dovrebbero sapere i genitori sulla sicurezza delle radiazioni per uso medico? "In realtà - risponde Luisa Begnozzi, presidente dell'Associazione italiana di fisica medica (Aifm) - non è mai possibile fornire un dato certo sul rischio. Infatti la dose che un paziente assorbe durante un esame è molto variabile e dipende da diversi parametri, alcuni tecnologici, altri anatomici (età, peso, altezza, distretto anatomico esaminato) per cui la stima della dose efficace per singolo paziente non può che essere personalizzata".
Ciò che conta e quello di cui il paziente deve essere sempre consapevole è il rapporto beneficio-rischio, che per esami radiologici giustificati e adeguatamente ottimizzati è sicuramente a favore del primo.
"Appropriatezza, giustificazione e ottimizzazione sono le parole d’ordine - ricordano gli esperti - Un esame deve essere appropriato al quesito clinico, poi occorre che sia giustificata la sua esecuzione, cioè ritenuta necessaria e non sostituibile con altre metodiche di diagnosi, e infine ottimizzato, ovvero in grado di produrre immagini di qualità adeguata al quesito diagnostico utilizzando la minima dose al paziente".
Secondo gli specialisti per ridurre al minimo la dose di radiazioni erogata ai bambini nelle procedure radiologiche è necessario: eseguire l’esame solo quando sussiste un evidente beneficio; impiegare la minima quantità di radiazioni necessaria a un’adeguata visualizzazione adattandola alle dimensioni del bambino; limitare l’esame al solo distretto anatomico da esaminare; evitare scansioni multiple; utilizzare, se possibile per il quesito diagnostico proposto, metodiche alternative (come ecografia e risonanza magnetica).