Milano, 8 apr. (AdnKronos Salute) - Dal reparto di rianimazione alla maratona di Milano. E' la rivincita di Ottavio, 44 anni, che 4 anni fa dopo una pancreatite acuta ha lottato per 103 giorni fra la vita e la morte e che oggi vive il suo riscatto: correre per sostenere la ricerca 'targata' Irccs Mario Negri. La sua sfida nella sfida è una delle storie dei piccoli, grandi eroi quotidiani che il 12 aprile si presenteranno allo start della Milano City Marathon 2015. La sua foto, a braccia alzate sotto lo striscione di arrivo, servirà a dimostrare a chiunque stia combattendo per sopravvivere che vincere si può.
Nel 2011 Ottavio ha trascorso più di 3 mesi nel Reparto di rianimazione dell'ospedale Manzoni di Lecco, in gran parte sedato. Giorni complicati da emorragie, infezioni, insufficienza respiratoria e renale, seguiti da un periodo altrettanto lungo di degenza in Chirurgia e di riabilitazione intra ed extraospedaliera. Alla fine ne è uscito, è tornato al suo lavoro di informatico, si è sposato e ha cominciato a fare sport per mantenersi in forma e tonificare l'organismo provato dal ricovero. Oggi è un podista che corre la mezza maratona in meno di un'ora e mezza e domenica scenderà in campo per lanciare un messaggio di speranza.
Il giovane correrà l'ultima frazione della staffetta 'azzurra' dell'ospedale Manzoni, insieme al medico Beppe e agli infermieri Arturo e Vincenzo. Il nosocomio lecchese sarà presente alla maratona anche con le infermiere Emanuela, Ingrid, Laura e Silvia impegnate in una una staffetta 'rosa'. Tutti gareggeranno a favore dell'Irccs di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.
"Il nostro reparto - spiega in una nota Giuseppe Nattino, medico della Rianimazione del 'Manzoni' di Lecco - collabora con l'Istituto Mario Negri fin dalla costituzione del Gruppo italiano per la valutazione degli interventi in terapia intensiva (Giviti) guidato da Guido Bertolini. Da 3 anni, inoltre, partecipiamo alla Milano City Marathon con una staffetta maschile e una femminile allo scopo di contribuire a sostenerne le iniziative di ricerca. Quest'anno, poi, nell'ambito dell'attività di follow-up dei pazienti ricoverati in Rianimazione negli anni precedenti, ho proposto ad alcuni di loro di unirsi a noi in questa iniziativa e Ottavio ha aderito con entusiasmo alla proposta".