Ormai lo sappiamo: quando si ha a che fare con i virus, è praticamente impossibile parlare di certezze. Lo conferma quanto appena scoperto sul vaiolo, la prima malattia (che provocò 300 milioni di morti) a essere ufficialmente debellata grazie (anche) al vaccino: fino ad ora si riteneva che il Variola virus si fosse diffuso attorno alla metà del 1600, ma secondo un nuovo studio, pubblicato su Science, un primo ceppo sarebbe esistito già mille anni prima, come rivela l'analisi effettuata sugli scheletri di alcuni vichinghi ritrovati nel Nord Europa.
Movimenti e diffusione. «I ceppi antichi del Variola virus sono molto diversi da quello che conosciamo oggi», spiega Barbara Mühlemann, uno degli autori della ricerca. «I virus possono mutare in ceppi più o meno pericolosi, in modi molto diversi». I ricercatori hanno rinvenuto alcuni ceppi estinti del virus in undici individui seppelliti in diverse zone di Danimarca, Norvegia, Svezia, Russia e Gran Bretagna, vissuti attorno al 600 d.C. Secondo gli esperti il virus, a diffusione aerea, avrebbe viaggiato trasportato dalle popolazione dell'epoca, che si muovevano molto in Europa e fuori dal continente. «Un po' com'è accaduto con la CoViD-19, con la differenza che invece di utilizzare l'aereo, all'epoca si spostavano con le navi», spiega Eske Willerslev, professore dell'Università di Cambridge.
Nuovo spillover? Gli studiosi non sanno se questo antico ceppo fosse letale tanto quanto quello moderno, che ha ucciso quasi un terzo degli infetti. Quello che emerge da questa ricerca è una nuova, inquietante consapevolezza: «Il vaiolo è stato debellato, ma in futuro un altro ceppo potrebbe fare il salto di specie», specifica Willersev. Questo primo ceppo di Variola virus potrebbe infatti essere una zoonosi, e aver contagiato le popolazioni del nord dopo aver fatto il salto di specie (o spillover).