Secondo uno studio presentato al Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases, ECCMID), il vaccino antinfluenzale diminuirebbe il rischio di soffrire di alcune conseguenze gravi dell'infezione da CoViD-19, come infarto, sepsi e trombosi venosa profonda (DVT). Se confermata da altre ricerche, questa scoperta potrebbe rivelarsi utile soprattutto considerando il fatto che molti Paesi del Terzo Mondo sono in ritardo con la campagna vaccinale, e stimano di non riuscire a immunizzare i propri cittadini prima del 2023: in questi casi la mancanza di vaccini anticovid potrebbe essere compensata, perlomeno temporaneamente, dalla somministrazione di vaccini antinfluenzali che riducano in parte alcuni gravi effetti della malattia.
Più protetti. Lo studio prende in esame i dati di due gruppi di oltre 37.000 pazienti di diversi Paesi del mondo (tra cui anche l'Italia): la scelta è ricaduta su persone con alto rischio di sviluppare la covid in forma grave per età, sesso, etnia, obesità, problemi di fumo o altre patologie. I membri del primo gruppo hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale tra le due e le sei settimane prima di risultare positivi alla covid; i membri del secondo gruppo, invece, anch'essi contagiati da SARS-CoV-2, non si erano sottoposti alla vaccinazione contro l'influenza.
I risultati parlano chiaro: chi non si era vaccinato contro l'influenza ha avuto una probabilità maggiore del 20% di essere ricoverato in terapia intensiva rispetto a chi era stato vaccinato. In generale, nel gruppo dei non vaccinati per l'influenza la covid ha aumentato il rischio di ricovero ospedaliero (+58%), di sepsi (+45%), di infarto (+58%) e di trombosi venosa profonda (+40%), ma non quello di morte.
Perché farlo. Il motivo per cui il vaccino antinfluenzale risulta efficace contro alcune gravi conseguenze della covid non è chiaro, ma forse è perché rinforza le nostre difese immunitarie "generali", non legate cioè ad alcuna malattia in particolare ma utili contro diversi virus e batteri. «Il vaccino antinfluenzale non deve essere visto come un sostituto di quello anticovid», sottolinea Susan Taghioff, capo dello studio. Tuttavia vaccinarsi contro l'influenza stagionale può essere utile, oltre a proteggere almeno in parte chi ancora non è immunizzato contro il coronavirus, anche a scongiurare una bidemia (in inglese twindemic), ovvero una doppia epidemia di covid e influenza.