Daniel Kuritzkes, il ricercatore del Brigham and Women's Hospital di Boston che ha trapiantato il midollo osseo di due pazienti ammalatisi anche di leucemia rispettivamente tre e cinque anni fa, ha comunicato ieri, durante l'International AIDS society conference di Kuala Lampur in Malesia, che entrambi i pazienti sembrano essere in remissione: uno ha sospeso la terapia antivirale da 15 settimane e l'altro da 7, e per ora gli esami non hanno rivelato in nessuno dei due tracce del Dna o dell'RNA virale.
Daniel Kuritzkes ha avvertito che è ancora troppo presto per definire "guariti" i due pazienti: il virus potrebbe essersi nascosto da qualche parte, per esempio nel cervello o nell'intestino, zone in cui può stare immobile per decenni, ma anche riattivarsi. Ma, ha precisato, i risultati sono "incoraggianti".
La terapia dei pazienti di Boston è stata leggermente diversa da quella del paziente di Berlino (vedi La guida per capire le buone notizie sul fronte della lotta contro l'HIV) che da 6 anni ha sospeso la terapia antiretrovirale e continua a stare bene: a lui erano state somministrate cellule staminali geneticamente resistenti all'infezione prelevate da un donatore che aveva questa caratteristica, e quindi ha "ereditato" un sistema immunitario che non può infettarsi.
Se invece funziona il trapianto effettuato sui due pazienti di Boston, significa che la terapia antivirale è sufficiente a proteggere dall'infezione le cellule trapiantate del donatore e, nel frattempo, la reazione del sistema immunitario trapiantato contro il sistema immunitario vecchio (graft versus host disease) è in grado di fare pulizia delle vecchie cellule infettate.
Purtroppo il trapianto di midollo è una terapia ad alto rischio e non può quindi essere estesa a tutti i pazienti malati di Aids, ma può essere estesa a tutti i pazienti che nel frattempo contraggono anche malattie onco-ematologiche.