La diffusione del virus Ebola, responsabile della più grave epidemia della storia in Africa occidentale, sembra essere in fase di rallentamento, ma l'allerta resta comunque alta. Gli scienziati stanno continuando a studiare il virus a fondo, sia in funzione di un possibile vaccino, sia per capire se, ad esempio, possa mutare in una forma ancora più pericolosa.
Il filone di ricerca che però sembra aver dato migliori risultati, al momento, è quello realativo allo sviluppo di test veloci e poco costosi per la diagnosi di Ebola. Recentemente ne sono stati sviluppati almeno due.
Il primo permette di diagnosticare nel giro di pochi minuti la presenza di Ebola o di altre febbri emorragiche. Lo ha sviluppato un team del MIT di Boston, che ha poi pubblicato i risultati del proprio lavoro sulla rivista Lab on a Chip.
CORSA CONTRO IL TEMPO. In sede di diagnosi la difficoltà maggiore risiede nel distinguere Ebola da patologie i cui sintomi, almeno nella prima fase dell'infezione, sono pressoché identici. Per avere un responso certo servono analisi di laboratorio molto sofisticate che necessitano della tecnica della PCR (reazione a catena della polimerasi), un processo usato in biologia molecolare per amplificare DNA e RNA. Sono test molto accurati, ma difficili da realizzare sul campo e velocemente, con un conseguente dispendio di tempo che contrasta con la necessità di isolare il paziente fornendogli delle cure immediate.
COME FUNZIONA. Il dispositivo sviluppato in seno al MIT impiega solo 10 minuti per fornire una risposta adeguata. Si basa sulla tecnologia a flusso laterale, la stessa utilizzata nei test di gravidanza: in una scatoletta di plastica si trovano strisce reattive ai diversi virus. Il meccanismo coinvolge nanoparticelle d'argento colorate di rosso, verde e arancione: a ciascun colore corrisponde un anticorpo specifico, in grado di riconoscere il virus Ebola, la febbre gialla o la febbre dengue. Semplificando molto, una volta che il campione di sangue del paziente viene inserito nella scatola del test, si forma una banda colorata visibile a occhio nudo, che evidenzia - nel caso - la malattia.
MULTIUSO. Il test non ha lo scopo di sostituire gli attuali esami di laboratorio, bensì di fornire al personale medico un tempestivo screening preliminare, i cui risultati andranno poi confermati per mezzo delle analisi standard. I ricercatori sperano ora di ottenere l'approvazione della Food and Drug Administration per l'impiego del dispositivo nelle aree dove l'epidemia di Ebola è ancora in corso.
Il secondo Test. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente approvato
un altro test rapido per la diagnosi veloce di Ebola. Si chiama ReEBOV Antigen Rapid Test, è sviluppato da una azienda statunitense, la Corgenix, ed è in grado di identificare correttamente le persone affette da Ebola nel 92% dei casi e quelle non infette nell’85% dei casi.