Salute

Il paziente cardiopatico: quando il lavoro aiuta la medicina

(Roma, 19 nov.) - Reinserimento lavorativo dopo un evento cardiaco acuto: quanto sono importanti i fattori "non medici" ?

È questo il quesito che si sono posti i ricercatori dell'Università di Pavia e della Fondazione "Salvatore Maugeri" nel loro articolo "Reinserimento lavorativo dopo evento cardiaco acuto: il ruolo dei fattori psicosociali"* che verrà pubblicato integralmente sulla rivista scientifica "Prevention and Research".

È ben noto che le malattie cardiovascolari rappresentano un enorme carico sociale e finanziario. Negli ultimi decenni, grazie ai progressi nelle procedure diagnostiche e terapeutiche e al miglioramento dei programmi di riabilitazione, i tassi di mortalità sono diminuiti e la prevalenza della malattia tra i lavoratori è costantemente in aumento.

Il ritorno al lavoro in seguito a patologia cardiovascolare è un problema di salute pubblica e uno degli obiettivi principali della riabilitazione cardiaca sia per i benefici economici per la società, in termini di aumento della produttività e riduzione dei costi, sia per il miglioramento del benessere individuale e la sicurezza economica dei pazienti e delle loro famiglie.

Gli autori, sottolineando l'importanza della componente medica, hanno evidenziato come i fattori psicosociali "non medici" possono ostacolare o facilitare il rientro dei lavoratori dopo una lunga assenza per motivi di salute.

La riabilitazione del paziente e il reinserimento lavorativo devono tener conto di tali fattori che, ad oggi, rappresentano ancora una grossa criticità.

La depressione è tra i fattori più studiati e il suo impatto sulla malattia è riconosciuto da anni; poco si dice di altri fattori che influenzano la capacità di recuperare in pieno l'attività lavorativa dopo malattia cardiovascolare, quali ad esempio l'età, il livello di istruzione, la tipologia di lavoro svolto, e altri fattori psicologici come la personalità e la percezione del proprio stato di salute.

Va sottolineato come l'ambiente lavorativo, il sostegno sociale da parte del datore di lavoro e la soddisfazione personale influiscano in modo positivo sul rientro a lavoro.

Pochi studi hanno indagato la relazione tra la soddisfazione lavorativa e il rientro a lavoro dopo un evento cardiaco ma i pazienti soddisfatti del loro lavoro e che percepiscono in modo positivo il loro ambiente di lavoro, rientreranno a lavoro molto prima indipendentemente da fattori socio-demografici, medici e psicologici.

*Reinserimento lavorativo dopo evento cardiaco acuto: il ruolo dei fattori psicosociali

Autori: Elena Fiabane (1), Ombretta Omodeo (2), Piergiorgio Argentero (1), Stefano Massimo Candura (3), Ines Giorgi (2)

1 - Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Università di Pavia

2 - Unità di Psicologia, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia

3 - Unità Operativa di Medicina del Lavoro, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri e Università degli Studi di Pavia

Per ulteriori informazioni: Spin Off di "Sapienza" Università di Roma Sicurezza e Produttività nel lavoro SiPro

19 novembre 2014 ADNKronos
Tag scienza - salute -
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