Roma, 22 gen. (AdnKronos Salute) - Rientrare in Italia e trovarsi schiacciati e messi da parte, in scantinati o in ambulatori isolati, perché troppo preparati o volenterosi. E' quello che segnalano tanti giovani medici, spesso 'cervelli in fuga' che hanno deciso di tornare in patria, che da inizio gennaio si stanno iscrivendo al gruppo Facebook 'Con e per Luana Ricca'. "In 15 giorni siamo a arrivati a superare i 3.000 membri e ognuno racconta l'esperienza vissuta, gli ostacoli e i problemi con cui si è dovuto confrontare per lavorare, lobby e nepotismo". Lo spiega all'AdnKronos Salute Francesco Ricca, il fondatore del gruppo Fb nato dopo il suicidio della sorella Luana Ricca, 38 anni, chirurgo con una carriera eccellente in Francia, che rientrata in Italia ha vissuto sulla propria pelle l'impossibilità di fare il mestiere che amava nel Paese dove era nata.
"Vogliamo portare avanti la battaglia contro un sistema che non permette di dare la possibilità a chi ha titoli e meriti di crescere e aiutare il proprio Paese - afferma Ricca - Per questo ho scritto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Mia sorella aveva alle spalle 1.500 interventi, trapianti di fegato, delle vie biliari e del pancreas. Quando si è aperta la possibilità di tornare a casa ha accettato. Dopo una prima esperienza allo Ieo di Milano ha vinto il concorso pubblico all'ospedale dell'Aquila. Le sue capacità e il bagaglio di interventi di altissimo livello non sono state assolutamente sfruttate da chi avrebbe potuto - sostiene il fratello - E' stata invece mandata a 140 chilometri dall'Aquila in un ambulatorio di endoscopia a non fare nulla. Ha dovuto scontrarsi con logiche diverse da quelle del merito, gli hanno fatto capire che non avrebbe mai fatto carriera".
Il gesto estremo di Luana si intravede tra le righe di molti messaggi che sono arrivati al gruppo. "Ci sono giovani medici o specializzandi che mi scrivono di non farcela più a reggere certe situazioni - sottolinea Ricca - storie di soprusi che hanno portato questi miei coetanei a pensare al suicidio. Il gruppo vuole lottare per tutte queste persone, affinché non si ripetano gesti come quello di mia sorella".
"Il premier Renzi fa spesso leva sulla retorica dei cervelli in fuga, ma se poi rientrano e si trovano trattati come Luana allora è meglio rimanere lontani dall'Italia. Il Governo - chiede - avvii una commissione d'inchiesta per far luce sulle logiche clientelari che dominano non solo la sanità, ma la Pubblica amministrazione".