Il divieto di fumare nei locali pubblici non fa bene solo alla salute degli adulti, fumatori per i quali la legge funziona da deterrente e non fumatori che condividono gli stessi ambienti. Una revisione sistematica degli studi epidemiologici, pubblicata sulla rivista The Lancet, dimostra che con l'introduzione delle leggi antifumo in Nord America e in diversi paesi europei c'è stata un'importante diminuzione delle nascite premature e di attacchi d'asma gravi nei bambini.
Quasi dieci anni fa. Sembra passato un secolo da quando il divieto di fumare nei locali pubblici è stato introdotto in Italia dalla legge promossa dall'allora Ministro della salute Girolamo Sirchia, entrato in vigore nel 2005. Nonostante ci siano ancora molti irriducibili, secondo dati Istat i fumatori in Italia (oggi circa 11,6 milioni) sono in costante calo: rispetto al 2003 sono diminuiti di oltre il 6 per cento. In questa crociata, l'Italia è stata capofila in Europa seguita, negli ultimi anni, da quasi tutti gli altri paesi del Vecchio continente con leggi che bandiscono le sigarette nei locali pubblici. Diverse indagini epidemiologiche hanno stabilito che l'entrata in vigore delle norme antifumo ha effetti positivi quasi immediati sulla salute: diminuisce il numero di ricoveri per infarti, ictus e malattie respiratorie. Per il tumore del polmone è più difficile vedere gli effetti, dato che ci vogliono anni prima che si sviluppi.
I dati sui bambini. L'analisi, svolta da ricercatori del Maastricht University Medical Centre, in Olanda, prende in considerazione undici studi fatti in Europa e Nord America, con dati su oltre due milioni e mezzo di nascite e quasi 250mila crisi d'asma grave di bambini, per concludere che sia i parti prematuri sia i ricoveri in ospedale per attacchi di asma sono diminuiti del 10 per cento nell'arco di un anno dall'entrata in vigore della legge. Ad oggi, le norme che proibiscono il fumo riguardano solo il 16 per cento della popolazione mondiale, mentre il 40 per cento dei bambini, che scontano un quarto delle morti e più della metà degli anni di vita persi per esposizione al fumo passivo, continua a subire gli effetti del tabagismo.
Salute guadagnata e soldi risparmiati. Secondo Sara Kalkhoran e Stanton Glantz, della University of California (San Francisco), che hanno scritto su Lancet un articolo di commento, la ricerca ha dimostrato il potenziale delle leggi antifumo anche in termini di risparmio sui costi sanitari: 7 miliardi di dollari risparmiati solo per l'asma tra Stati Uniti ed Europa. I produttori di sigarette hanno usato a lungo l'argomento del danno economico a locali pubblici, bar e ristoranti, per opporsi alle leggi antifumo, nonostante sia evidente l'opposto.
«Al contrario, i rapidi benefici economici delle leggi antifumo e di altre politiche di controllo del tabagismo in termini di riduzione dei costi medici sono reali», scrivono. «Raramente un intervento così semplice riesce a migliorare la salute e a ridurre i costi medici in modo così diretto e sostanziale.»