Sono stati gli Ittiti i pionieri del bioterrorismo: usarono pecore infette come armi di distruzione di massa.
Pecora nera. Furono gli ovini i primi "vettori" di armi batteriologiche: il batterio Francisella tularensis usato dagli Ittiti e che ancora oggi può causare la morte dell'uomo nel 15% dei casi. |
I primi bioterroristi della storia potrebbero essere stati gli Ittiti, oltre 3300 anni fa: a rivelarlo è Siro Trevisanato,
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Da vittime a criminali
Secondo Trevisanato il morbo si sarebbe manifestato per la prima volta in Medio Oriente attorno al 1335 a. C., nella città di Simyra, al confine tra Libano e Siria. Gli Ittiti la saccheggiarono e portarono via con sé – ignari – anche alcuni animali infetti. Attraverso i parassiti del bestiame la malattia si diffuse rapidamente in tutto il territorio: fu questa l’origine della cosiddetta “piaga ittita” descritta da molte fonti storiche. Ma una decina d’anni dopo gli Ittiti furono presi di mira dagli abitanti della città anatolica di Arzawa.
Pecore come killer
Proprio in questo periodo, riportano i testi, nelle strade di Arzawa cominciarono a comparire montoni venuti da chissà dove: gli abitanti li mangiarono e rapidamente la tularemia iniziò a mietere vittime nella città, prostrandola al punto che l’attacco agli Ittiti fallì. «Qualche Ittita deve aver avuto la brillante idea di infiltrare il batterio tra i nemici» spiega Trevisanato. Ma se sia stata una tattica consapevole è ancora da chiarire.
(Notizia aggiornata al 28 novembre 2007)