Salute

I nuovi vaccini a mRNA sanno autoamplificarsi (ed è un'ottima notizia)

La nuova generazione di vaccini a mRNA contiene geni capaci di fotocopiare le istruzioni impartite all'organismo: una caratteristica rivoluzionaria.

Una nuova generazione di vaccini a mRNA promette di offrire i vantaggi della tecnologia che ci ha traghettato fuori dalla covid ma con un dosaggio molto più basso e un'efficacia prolungata. La loro particolarità è che sono in grado di auto-replicarsi, fornendo all'organismo non solo le istruzioni necessarie a combattere il patogeno (e in futuro - speriamo - anche tumori o malattie ereditarie), ma anche di "dire" all'organismo di produrre più mRNA. In pratica di fotocopiare le istruzioni per amplificare il loro effetto benefico.

Una marcia in più. Il Giappone ha di recente approvato uno di questi vaccini, indicati con la sigla "sa-Rna" (dall'inglese self-amplifying mRna), per i  richiami contro la CoViD-19 negli adulti. Come i vaccini a mRNA che ormai abbiamo imparato a conoscere, anche questo preparato consegna all'organismo le istruzioni per produrre la proteina spike tipica del SARS-CoV-2 e attivare contro di essa il sistema immunitario. In più però contiene anche geni che codificano per la replicasi, enzima che servono da "fotocopiatrice".

In questo modo da una molecola di mRNA auto-amplificante ne possono nascere molte altre. Per spiegarlo con un paragone usato su Science, «immaginate di mandare a qualcuno un foglio di carta contenente alcune importanti informazioni, e quindi immaginate di aver mandato loro un'intera pila di copie di quel foglio così che possa distribuirle. Ora immaginate di mandare loro materiale che può autoassemblarsi fino a formare una fotocopiatrice funzionante e tirare fuori ancora più fogli».

Efficaci anche in piccole quantità. I vaccini sa-RNA offrono almeno due importanti vantaggi. Il primo è che potendo auto-amplificarsi, richiedono una dose molto inferiore per poter funzionare: con una sola preparazione farmaceutica si possono quindi ottenere più dosi. Secondo il sito di MIT Technology Review, un team di ricercatori ha testato nei topi un vaccino antinfluenzale a mRNA e uno a sa-RNA; usando il secondo è stato possibile raggiungere livelli equivalenti di protezione con appena un sessantaquattresimo della dose di prodotto. 

Protezione protratta. Il secondo vantaggio è che - teoricamente - i vaccini sa-RNA inducono una risposta immunitaria più duratura perché l'mRNA che contengono continua ad autoreplicarsi più a lungo. Mentre quello nei vaccini a mRNA "tradizionali" si degrada dopo un giorno o due, quello dei vaccini auto-amplificanti può persistere per un mese prima di sparire.

Le ricerche, finora. Il Giappone ha approvato il vaccino sa-RNA LUNAR-COV19 (o ARCT-154, dal nome dell'azienda farmaceutica produttrice, la Arcturus Therapeutics) a fine novembre 2023, in seguito a una sperimentazione di fase 3 su 16.000 persone avvenuta in Vietnam.

Il trial ha confermato una maggiore efficacia immunitaria e un profilo di sicurezza più favorevole del nuovo preparato rispetto ai vaccini standard. A gennaio 2024, uno studio che ha confrontato il LUNAR-COV19 con il Comirnaty di Pfizer-BioNTech ha trovato che il primo ha sollecitato una maggiore risposta anticorpale e che, dopo un mese, i livelli di difesa contro Omicron BA.4/5 erano più elevati nei suoi riceventi.

E già si guarda avanti. La Arcturus Therapeutics ha chiesto l'approvazione del vaccino sa-mRNA anche in Europa, e sta lavorando anche a un vaccino contro l'influenza (stagionale e pandemica) che sfrutti la stessa tecnologia. Altre compagnie stanno studiando la possibilità di usare questi vaccini anche per rimpiazzare le proteine mancanti in alcune rare malattie genetiche.

7 febbraio 2024 Elisabetta Intini
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