Nei giorni in cui milioni di ragazzi scendono in piazza per il quarto sciopero globale per il clima, uno studio italiano (pubblicato su Environmental Research and Public Health) mette in guardia su un aspetto meno conosciuto del riscaldamento globale: stando ai dati elaborati dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dal centro ricerche dell'Ospedale Humanitas di Rozzano (Milano), l'aumento delle temperature peggiora gli effetti dell'inquinamento atmosferico - dello smog - sulla nostra salute. La conclusione arriva da un'analisi dei ricoveri per malattie cardiovascolari registrati all'ospedale Humanitas nel 2014 e nel 2015. Come ci si aspettava, la frequenza degli eventi è più alta in autunno e in inverno, quando la concentrazione di polveri sottili è maggiore, ma sale anche nei giorni in cui le temperature sono più elevate, forse perché quando fa caldo si respira di più e si immette quindi più aria inquinata nei polmoni.
L'incremento è in realtà di pochi punti percentuali, ma poiché le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel nostro Paese, il mix fra inquinamento e riscaldamento globale rischia di rendere ancora più tetro un bilancio che è già pesantissimo. L'ultimo rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente ha stimato che in Italia 58.600 decessi all'anno sono riconducibili all'inquinamento da polveri sottili, altri 14.600 al biossido di azoto e 3.000 all'ozono. Numeri che peraltro sono certamente sottostimati, anche alla luce degli studi recenti secondo cui le conseguenze dell'aria malsana sulla nostra salute sono molto peggiori di quanto si pensasse.
L'ultimo di questo studi, coordinato dalla Harvard Chan School of Public Health di Boston, è stato pubblicato in questi giorni sul British Medical Journal ed è destinato a far parlare molto di sé. L'analisi - mastodontica - ha preso in esame oltre 95 milioni di ricoveri che si sono registrati negli Usa fra il 2000 e il 2012, ne ha identificato la causa e li ha collegati ai livelli di polveri sottili registrati nei giorni precedenti.
Si è così scoperto che le malattie legate all'inquinamento sono molte di più di quanto si pensasse. In corrispondenza dei picchi di smog, i ricercatori hanno infatti trovato aumenti dei ricoveri per insufficienza renale, setticemia, infezioni urinarie, malattie della pelle, occlusioni intestinali e altre condizioni che nessuno studio in precedenza aveva collegato all'inquinamento. L'analisi conferma invece i dati di altre ricerche, che avevano trovato un nesso fra polveri sottili e i ricoveri per malattie cardiovascolari, respiratorie, diabete, morbo di Parkinson e altre patologie.
Un altro dato rilevante è che tutti questi effetti si verificano già a concentrazioni inferiori rispetto alle soglie stabilite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) al fine di proteggere la nostra salute dallo smog. Proprio in questi mesi, l'OMS sta aggiornando le sue linee guida in materia di inquinamento, ed è probabile che, anche alla luce di questi studi, i valori soglia saranno abbassati.